Interdetta un'azienda per mafia a Legnago
L’ombra della mafia, che semplice ombra ormai non si può più considerare, ha oscurato il cielo di Legnago. Questa mattina, venerdì 29 settembre, il prefetto di Verona Salvatore Mulas ha firmato la sua 12esima interdittiva antimafia da quando ha messo piede sul territorio scaligero. A farne le spese, questa volta, la Commercial Company Srl di Legnago, azienda operante nel settore della produzione e distribuzione di pellet e gestita da un giovane imprenditore di origine siciliana.
Gli accurati accertamenti svolti dalla Prefettura, in sinergia con le forze di polizia territoriali e la Direzione investigativa antimafia di Padova, hanno permesso di accertare che la reale gestione dell’azienda, peraltrofisicamente operante solo in uno stabilimento in provincia di Palermo, sarebbe riconducibile allo zio del titolare, fondatore e socio originario di questa ed altre imprese: Giuseppe La Rosa, già condannato per associazione mafiosa, ritenuto organico alla cosca di Baldassare Di Maggio di San Giuseppe Jato, località del palermitano, divenuto collaboratore di giustizia, ma successivamente alla fuoriuscita dal programma di protezione tornato a delinquere anche associandosi a personaggi di rilievo ritenuti affiliati a diverse organizzazioni criminali di stampo mafioso. Tra i soggetti coinvolti con lui in un pendente procedimento per truffe seriali commesse da imprese di trasporto da loro direttamente o indirettamente gestite, rientrano pregiudicati riconducibili alla ‘ndrangheta e alla camorra. «Questo e gli ulteriori procedimenti penali nei quali è o è stato coinvolto - scrive la Prefettura - la perdurante frequentazione di altri soggetti riconducibili alla criminalità anche di tipo organizzato, nonché l’originario legame anche di tipo parentale con Baldassare Di Maggio, hanno fatto ritenere Giuseppe La Rosa un elemento comportante un elevato rischio di infiltrazione mafiosa nelle imprese ad esso riconducibili».
Inquadrata la posizione dell’uomo, gli approfondimenti istruttori svolti dalla Prefettura hanno permesso di accertare la sua costante e predominante influenza sulla Commercial Company, in considerazione di molteplici indici fra cui il legame di parentela, l’incongruità reddituale del titolare formale, la coincidenza di sedi e il transito di veicoli tra imprese precedentemente da lui gestite e quella legnaghese. Per questa ragione, alla luce dei molteplici e concordanti elementi informativi emersi e del concorde parere del tavolo di supporto integrato delle forze di polizia, la Prefettura ha ritenuto sussitere il concreto e attuale rischio di infiltrazione mafiosa, emettendo così l’interdittiva che impedirà alla ditta legnaghese di avere a che fare con le pubbliche amministrazioni.