Kharkiv bombardata chiede aiuto a Verona, in fuga consigliere comunali con i figli. Sboarina: “Pronti ad accoglierli”
Si moltiplicano gli appelli alla solidarietà e Verona è pronta a rispondere, anche con il coinvolgimento diretto di amministratori e consiglieri comunali.
Kharkiv chiama Verona. La città industriale dell’Ucraina orientale, isolata e bombardata fino all’alba, ha chiesto supporto all’Amministrazione scaligera per mettere in salvo 18 suoi concittadini.
Kharkiv bombardata chiede aiuto a Verona
Un gruppo formato da alcune consigliere comunali, con i loro figli, e dai membri dello staff del sindaco tra cui Olena Sereda, a capo della missione. Questa mattina il sindaco Federico Sboarina è stato interpellato dalla vicepresidente dell'associazione "Malve di Ucraina", Marina Sorina, ‘ambasciatrice’ della richiesta di aiuto. Si moltiplicano gli appelli alla solidarietà e Verona è pronta a rispondere, anche con il coinvolgimento diretto di amministratori e consiglieri comunali.
Il fatto
Nei giorni scorsi il sindaco e la vicesindaco di Kharkiv, intuendo l'imminente bombardamento della città, hanno spedito una delegazione di amministratrici donne, con al seguito i propri figli, verso Leopoli. Da lì il gruppo avrebbe dovuto coordinare gli aiuti verso la loro città. Ma il piano è naufragato perché una volta giunte a Leopoli, a 70 chilometri dalla Polonia, donne e bambini non erano ugualmente al sicuro per poter aiutare i loro concittadini tanto che sono stati costretti a scappare di nuovo.
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Il mezzo si è rimesso in viaggio e durante la fuga è iniziato il tam tam di telefonate per cercare ospitalità. Ad offrirgliela il sindaco Sboarina che ha garantito l'accoglienza al gruppo. E ora il primo cittadino lancia un invito ad amministratori e consiglieri pubblici affinché siano i primi ad ospitare i profughi in arrivo, a maggior ragione visto che si tratta di colleghi che non possono esercitare il loro mandato a causa della guerra.
“Fuori dai nostri confini c’è l’inferno, non solo in Ucraina dove i bombardamenti proseguono ma anche nei Paesi vicini dove migliaia di persone si stanno rifugiando e riversando per scappare dalla guerra – spiega Sboarina -. Abbiamo il dovere di rispondere ‘sì’ agli appelli e di fare la nostra parte affinché queste persone possano salvarsi. Troveremo sicuramente un posto per ospitare il gruppo di donne e bambini, sarebbe bello che gli amministratori locali e i consiglieri comunali lo facessero per primi, dando la loro disponibilità se, ovviamente, sono nelle condizioni per farlo. Sarebbe un bell’esempio, un gesto di solidarietà tra città. Una volta che il gruppo sarà a Verona, saranno preziose le loro informazioni per aiutare al meglio la città di Kharkiv che è stata devastata e isolata. Nessuno meglio di loro può dirci come farlo”.