L'influenza tra 10 anni potrebbe non esistere più

Vita breve per il raffreddore. Non più di dieci anni. O almeno così sembra, stando alle affermazioni di un gruppo di ricercatori delle Università di York, Leeds e Helsinki

L'influenza tra 10 anni potrebbe non esistere più
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Vita breve per il raffreddore. Non più di dieci anni. O almeno così sembra, stando alle affermazioni di un gruppo di ricercatori delle Università di York, Leeds e Helsinki

Vita breve per il raffreddore. Non più di dieci anni. O almeno così sembra, stando alle affermazioni di un gruppo di ricercatori delle Università di York e Leeds (Inghilterra) e di Helsinki (Finlandia), che avrebbero identificato il meccanismo con cui univocamente si scatenano tutti i ceppi virali del raffreddore, patologia fra le più comuni e diffuse nel mondo. La scoperta renderà così plausibilmente possibile lo sviluppo di un farmaco universale entro poco tempo, come si legge nello studio pubblicato sulle pagine di Nature Communications.

 L’origine genetica del raffreddore

Un farmaco a bersaglio genetico, in grado cioè di curare forme di raffreddore derivanti da qualsiasi ceppo virale. È la promessa di un gruppo di microbiologi inglesi e finlandesi, che sarebbe arrivato a scoprire il meccanismo genetico di questa malattia di cui soffrono all’incirca 2 milioni di persone nel mondo ogni anno. Il raffreddore dipenderebbe dai Parechovirus umani, un insieme di microrganismi responsabili, oltre che dell’insorgenza di questa malattia virale, anche dello sviluppo di tante altre patologie molto differenti tra loro, quali ad esempio la poliomielite e la malattia esantematica mani-bocca-piedi che colpisce soprattutto i bambini.

Se l’origine virale del raffreddore era già nota, la scoperta sta nel fatto di aver individuato e corretto un errore di base che localizzava questo amalgama virale causa del raffreddore in un’unica area del genoma molto piccola. Oggi, invece, si è messo in luce che i virus non solo hanno sede in più zone genetiche, ma anche che, in caso di malattia, si attiverebbero contemporaneamente. Il bello sta nel fatto che il meccanismo di azione di questo gruppo di geni sarebbe identico per qualunque tipo di ceppo virale, permettendo così di pensare a un farmaco che possa zittire ‘universalmente’ il raffreddore.

Il farmaco anti-raffreddore

Niente vaccino anti-raffreddore, dichiarano gli esperti. Sarebbe un processo troppo costoso, lungo e forse neppure efficace. Meglio sviluppare un farmaco, ovvero una terapia mirata contro un preciso bersaglio genetico, dicono i microbiologi, perché ha meno probabilità di indurre resistenza, evento invece più possibile in caso di un antivirale. La speranza, in funzione del fatto che i Parechovirus umani si associano a diverse malattie, è che la cura del raffreddore possa aprire la via e soluzioni anche per il trattamento di altre condizioni patologiche. Non ci resta che aspettare i prossimi due anni, con buone speranze. Un traguardo che, per la scienza e la ricerca, non è poi così lontano.

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