La fidanzata non risponde: danneggia auto in sosta, dà testate ai finestrini e insulta i Carabinieri

Auto danneggiate, insulti ai passanti e ai Carabinieri, testate ai finestrini.

La fidanzata non risponde: danneggia auto in sosta, dà testate ai finestrini e insulta i Carabinieri
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Un giovane veronese a Bardolino è andato in escandescenza perché la fidanzata non lo voleva più sentire. Auto danneggiate, insulti ai passanti e ai Carabinieri, testate ai finestrini.

La fidanzata non risponde: danneggia auto in sosta, dà testate ai finestrini e insulta i Carabinieri

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Peschiera del Garda hanno tratto in arresto O. O., veronese, classe ’91, in flagranza dei reati di violenza, resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale.

La segnalazione da parte di un cittadino

Nello specifico, la Centrale Operativa della Compagnia CC di Peschiera del Garda, la notte del 9 giugno, ha inviato una pattuglia del N. O. R. in via Gardesana Dell’Acqua presso l’area Parking Serenella di Bardolino, su richiesta di un privato cittadino che aveva segnalato la presenza di una persona violenta in probabile stato di alterazione alcoolica, che aveva avuto una colluttazione con un altro uomo e danneggiato alcuni mezzi parcheggiati nella predetta area.

Il tentativo di calmare l'esagitato

Giunti prontamente sul posto, il richiedente si è avvicinato ai militari e ha dichiarato che un uomo (successivamente identificato in O. O.) si trovava all’interno del parcheggio Serenella sdraiato dietro alcuni bidoni e, in precedenza, aveva aggredito un’altra persona, aveva tirato un calcio ad uno scooter e un pugno allo specchietto retrovisore di un camper che erano parcheggiati nell’area di sosta; il richiedente ha riferito inoltre di aver provato a tranquillizzare l’esagitato ma è stato a sua volta aggredito e colpito. A quel punto, avendo appreso che O. O. era andato in escandescenza poiché la propria ragazza non gli rispondeva al telefono, il richiedente ha contattato la donna che però gli aveva riferito di aver paura di Omar e di non volerlo incontrare.

Gli insulti ai Carabinieri

I Carabinieri, raccolte queste informazioni preliminari, si sono avvicinati con cautela al ragazzo, chiedendogli quale fosse il problema ma quest’ultimo, in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta al probabile consumo di alcool e/o droghe, immediatamente ha iniziato ad inveire contro gli operanti urlando frasi del tipo: “M**E COSA C*O VOLETE? MA CHI C*O SIETE? MI VOLETE PORTARE IN CASERMA? MI DOVETE ROMPERE I C*I!! SIETE DELLE M**E!!”. Proferite tali parole, si è improvvisamente avvicinato ad uno dei militari, spintonandolo e, subito dopo, si è allontanato tirando dei calci contro alcuni bidoni, nel frattempo, ha urlato contro alcuni passanti offendendoli e cercando di avvicinarli. A quel punto, vista l’aggressività mostrata dal soggetto, si decideva di ammanettarlo e farlo sedere sui sedili posteriori dell’autoradio; tuttavia O. O. non ha accennato a calmarsi, anzi ha cominciato a tirare testate contro il finestrino posteriore, continuando ad offendere ed inveire contro i Carabinieri.

L'arresto

Il soggetto è stato quindi, con non poca fatica, accompagnato presso gli Uffici del N. O. R., gli è stato richiesto se necessitasse dell’intervento del 118, in quanto presentava segni sul viso e sulla fronte dovuti alle testate date all’interno dell’autoradio ma quest’ultimo ha rifiutato. I Carabinieri a quel punto lo hanno avvisato che stavano procedendo al suo arresto ma questo è andato nuovamente in escandescenza, colpendo ripetutamente anche con calci la porta della sala fermati, offendendo i Carabinieri, apostrofandoli quali “UOMINI DI M**A, SIETE BUONI SOLO A ROMPERE I C**I E ROVINARE LA GENTE, M*E! SIETE DEI PEZZI DI M**A!”.
Il giovane non è nuovo a questi episodi e sul suo conto gravano numerosi precedenti di polizia tra cui detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché varie denunce per minacce, percosse e lesioni.
Dopo una notte passata in cella, O. O. è stato giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Verona, all’esito del quale è stato condannato a due mesi e venti giorni di reclusione con pena sospesa per patteggiamento.

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