La Società Vita Comoda di Povegliano durante la guerra

L’incredibile epopea di un gruppo di giovani che si unì durante il secondo conflitto, dando vita ad un giornalino.

La Società Vita Comoda di Povegliano durante la guerra
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La Società Vita Comoda di Povegliano durante la guerra. L’incredibile epopea di un gruppo di giovani che si unì durante il secondo conflitto, dando vita ad un giornalino.

La Società Vita Comoda di Povegliano durante la guerra

Il secondo conflitto mondiale era nel suo pieno svolgimento e anche nelle terre limitrofe a Povegliano i bombardamenti si facevano sentire. «Alla mattina quando uscivamo di casa sentivamo sfrecciare sopra la testa le fortezze volanti. Erano a centinaia ed erano piene di bombe che scaricavano a Porta Nuova» racconta il paesano 90enne Ugo Soffiatti scartabellando nel suo vasto archivio fotografico. Nonostante quest’aria di paura e terrore, i giovani avevano il desiderio di stare assieme e divertirsi. Nell’ottobre del 1942 infatti, nacque la «Società Vita Comoda» formata da giovani e adulti appartenenti alla parrocchia e all’Azione Cattolica che a quel tempo era in voga.

L'origine di quella "denominazione"

Soffiatti aveva 14 anni ma ricorda, come fosse ieri, quel periodo della sua giovinezza: «Eravamo dei giovani studenti di Povegliano che si ritrovavano per stare insieme e passare dei momenti in compagnia. Il nome del gruppo – precisa – è uscito dalla bocca di Angelo Zanotto, detto “el Campanar”. L’indimenticabile sacrestano un giorno passando vicino a noi ci disse scherzosamente che eravamo i ragazzi della vita comoda. Da quel momento abbiamo deciso di chiamarci così». Tanti giovani, molti dei quali studenti dell’istituto Don Mazza che a causa dei bombardamenti che stavano colpendo la città venne trasferito ad Azzago.

I compiti della Società

«Non eravamo dei fannulloni – come il nome del gruppo può far sembrare – ma aiutavamo la parrocchia nelle varie attività e nell’insegnamento del catechismo ai ragazzi, oltre a portare aiuto a persone bisognose». Continua: «In quel periodo l’edilizia era ferma e molte famiglie pativano la fame. Noi del gruppo cercavamo di portare aiuto a queste persone, donandogli del cibo». Come oggi, anche allora i giovani avevano voglia di divertirsi e scherzare, portando allegria e strappando sorrisi nonostante il periodo storico difficile.

Il giornalino "Tartaro"

Per raccontare le loro avventure, la società aveva deciso di ideare un giornalino denominato «Il Tartaro»: «Grazie a dei componenti del gruppo che possedevano una macchina da scrivere e a quella poca e preziosissima carta che avevamo, abbiamo deciso di creare questo giornalino che oltre a raccontare quello che facevamo, raccoglieva barzellette, poesie e racconti ironici di noi rappresentanti del gruppo. Era un modo per raccontare scherzosamente la vita giovanile in paese» spiega Ugo. Il giornalino ha avuto un suo seguito ed è arrivato fino al primo decennio. Con l’inizio degli anni ‘50 il gruppo è andato sempre più spegnendosi ma le vicende della Società Vita Comoda rimangono una piacevole pagina della storia di questo paesino ricco di un vissuto da raccontare.

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