Leonardo e quel sogno: «La mia vita con le api»

Era impiegato in un’azienda ma ha mollato tutto per produrre miele e stare a contatto con la natura. Girardi, 35 anni, racconta la sua passione

Leonardo e quel sogno: «La mia vita con le api»
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Era impiegato in un’azienda ma ha mollato tutto per produrre miele e stare a contatto con la natura. Girardi, 35 anni, racconta la sua passione

Dopo la laurea in lingue e un lavoro come impiegato in un’azienda veronese ha deciso, in seguito alla frequentazione di un corso di apicoltura, di inseguire il suo sogno: lavorare con le api per produrre miele a tempo pieno.

Leonardo Girardi, apicoltore buttapietrino di 35 anni, ha iniziato questo appassionante viaggio nel 2014 e oggi, dopo tante fatiche ma anche diverse soddisfazioni, è diventato una bella realtà del nostro territorio. «I miei apiari sono dislocati tra Erbe, Vigasio, Buttapietra, Mozambano e Castellaro Lagusello. Queste sono le mie postazioni fisse che mi permettono di produrre miele di acacia, tiglio e millefiori. Quando invece ne devo produrre di altre tipologie, come nel caso del miele di castagno, utilizzo la “tecnica del nomadismo”: sposto le mie cassette per le api in determinate zone in base alle fioriture – spiega il giovane produttore – L'attività di apicoltore è molto legata alla natura, alle condizioni climatiche e alla diversità del luogo. La produzione di miele, anche se le api raccolgono nettare tutto l’anno, si concentra soprattutto da aprile a luglio. In questi mesi è molto importante che le condizioni climatiche siano tali da permettere alle api la raccolta di nettare, altrimenti la produzione di miele ne può risentire (come nel caso della siccità di quest'anno)».

Quest’insetto, che è un indicatore biologico della qualità dell’ambiente, oltre che produttore di miele, all’interno della sua «vita sociale» non ha un sistema gerarchico: tra la regina e l’ape bottinatrice, tra l’ape nutrice e l’ape operaia, infatti, c’è cooperazione e collaborazione. «Far corrispondere il miele venduto con i giusti parametri qualitativi e saper spostare le arnie al momento giusto in base alle fioriture sono sicuramente due aspetti che sottolineano la maestria di un apicoltore – racconta il trentacinquenne – Personalmente per migliorare il processo produttivo scelgo postazioni con un’elevata biodiversità».

Girardi, che possiede circa cento alveari, ama raccontare il suo prodotto, un modo per creare con gli amanti del miele un rapporto che va al di là del semplice scambio commerciale. «La salute delle api è il mio benessere. Lavoro sempre con il massimo rispetto nei loro confronti. Bisogna approcciarsi all’alveare con gentilezza; le api sono creature delicate, e ogni intervento dell’uomo deve essere calcolato. Ho imparato tanti accorgimenti negli anni, come quello di saper gestire la sciamatura» ci dice il produttore.

C’è ancora poca informazione, come sottolinea Leonardo, dietro agli sviluppi naturali di trasformazione del miele. La cristallizzazione ad esempio, che un processo di solidificazione naturale, è un fenomeno che dipende principalmente dalla tipologia degli zuccheri presenti nel nettare, e non segno di scarsa qualità come credono tante persone. «Il mio obiettivo», conclude Girardi, «è quello di espandere le mie conoscenze e di collaborare anche con quelle realtà agricole che hanno gli apiari ma che non fanno dell’attività apistica la loro occupazione principale».

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