«Mamme e papà, fidatevi dei medici e vaccinate»

Giampietro Chiamenti è uno degli specialisti più noti del veronese ed è presidente della federazione italiana degli specialisti dei bambini. Con lui abbiamo affrontato tutti i temi più scottanti, dall’immunizzazione alle nuove diete di tendenza che rischiano di far danni ai piccoli

«Mamme e papà, fidatevi dei medici e vaccinate»
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Giampietro Chiamenti è uno degli specialisti più noti del veronese ed è presidente della federazione italiana degli specialisti dei bambini. Con lui abbiamo affrontato tutti i temi più scottanti, dall’immunizzazione alle nuove diete di tendenza che rischiano di far danni ai piccoli

Giampietro Chiamenti è senza dubbio, tra i genitori, il medico pediatra più «famoso» della provincia di Verona: quando ancora esercitava c'era la gara per affidargli il proprio figlio. Oggi, compiuti i 70 anni ed essendo «costretto per legge» alla pensione, è stato eletto presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri. 

Dottore, si sarebbe mai aspettato di dover ancora rispondere alle domande sull'utilità dei vaccini?

C'è un grande dibattito basato, purtroppo, sul confronto tra medici esperti e gente comune. Queste persone in genere sono orientate da pregiudizi e sentito dire: c'è chi ritiene di aver avuto esperienze personali o ha sentito di presunti danni e basa su questo la propria opinione, senza alcuna base scientifica. Molti di questi partecipano a corsi tenuti da medici anti-vaccinisti, e in Veneto ce ne sono molti, come quelli tenuti da Roberto Gava, radiato dall'albo proprio perché le sue affermazioni si basano su concetti antiscientifici.

Quanto è importante vaccinare i propri bambini?

E' fondamentale, è una scelta razionale basata su dati scientifici. Conosco bene l'atto vaccinale e nessun pediatra può permettersi di non avere profonda conoscenza su questo tema. La nostra epoca ha vissuto tutti i vantaggi rispetto a quando le malattie infettive erano diffuse. In Veneto, grazie ad al calendario regionale, era stata debellata la presenza delle malattie infettive, e questo non è avvenuto per caso ma per merito esclusivo delle campagne vaccinali. Una volta ogni mille bambini malati di morbillo uno moriva o aveva danni gravissimi; con i vaccini, che come tutti gli atti medici porta in sé comunque un rischio, ad avere danni dopo il morbillo è un bambino su un milione. Il contagio da morbillo da inizio gennaio ha toccato in Veneto 144 casi, di cui 39 in provincia di Verona. Nella nostra regione solo l'89 per cento dei bambini è vaccinato contro questa malattia. Il virus del morbillo non era scomparso, ma tenuto sotto controllo grazie ai vaccini. Man mano che aumenta la quota di bambini non protetti, i focolari riprendono vigore. E questo succederà con tutte le altre malattie man mano che le coperture si abbasseranno, e parlo anche di quelle che si potreb- bero considerare debellate. In Italia non c'era più la varicella perché c'erano tassi di copertura elevatissimi, ma ora mi aspetto una recrudescenza anche di quest’ultima. Ci sono malattie, come la pertosse, che se contratte sotto l'anno di vita comportano il rischio di morte; da tempo non la vedevamo più, mentre ora comincia a ricomparire e solo quando sarà esplosa le persone si renderanno conto della gravità di tutto ciò.

Per lei un bambino non vaccinato dovrebbe poter entrare in un asilo?

Nel 2007 il Veneto è stata l'unica regione d'Italia a sospendere l'obbligatorietà dei vaccini contro il tetano, la difterite, la polio e l' epatite B. Si era pensato che siccome tutti i vaccini erano importanti, non aveva senso fare distinzioni e dunque si era deciso di sospendere il provvedimento obbligatorio anche perché i tassi di copertura erano buoni. Tenga conto che in Veneto abbiamo Canale Verde, il miglior osservatorio degli effetti dei vaccini in Italia e tra i migliori d'Europa. Da oltre 25 anni ha raccolto studi su oltre 20 milioni di dosi somministrate riscontrando effetti collaterali in una decina di casi. Ora, la posizione del Veneto rimane questa, ma davanti al perdurare del calo delle vaccinazioni dovremo ripensare a questa strategia e forse saremo costretti a tornare all'obbligatorietà, e non solo per gli asilo nido.

A proposito di asilo nido. Qual è il segreto per evitare, o quantomeno limitare, la valanga di malattie contratte dai bambini soprattutto nel primo anno?

Purtroppo non ci sono bacchette magiche. Il bambino quando nasce ha buone difese immunitarie: a sei mesi di vita fetale il piccolo è già in grado di produrre anticorpi, capacità che man mano migliora. Quando poi nasce è protetto anche dagli anticorpi contenuti nel latte materno, alimento fondamentale da fornire il più a lungo possibile. Questo patrimonio di difese nel tempo diventa sempre più sottile. Finché il bambino vive in un ambiente protetto sta bene, quando viene inserito in una comunità esterna contrae virus e batteri, ma è del tutto normale. La malattia è il processo che esprime sintomi dovuti alle reazioni delle difese dell'organismo. Tosse, diarrea e vomito sono sintomi, non malattie. La maggior parte di questi malanni sono virali, e quindi guariscono da soli, raramente sono di tipo batterico per cui serve un antibiotico. Si tratta di un prezzo fisiologico da pagare per la vita comune, come è vero che i bambini all'aria aperta, contrariamente a quanto si pensa, si ammalano meno.

Come sono cambiati i genitori? Una volta c'era Chiamenti, ora c'è Google

Lei scherza, ma il web è un bel problema. Molto spesso quando i bambini stanno male i genitori consultano Google, fanno somme di sintomi e tirano conclusioni. La medicina è ben altra cosa che la sommatoria di sintomi però. Alcuni arrivano dal medico con pregiudizi e diagnosi, il rapporto con il pediatra è cambiato perché sono cambiati i genitori. Oggi ci sono pochi figli e papà e mamma sono molto più ansiosi perché in ballo c’è un un bene prezioso e raro. Non si accetta la malattia, si pensa di poter guarire prima di ammalarsi. Non dico di tornare al ‘900, quando si facevano dieci figli perché la metà si sapeva già che non sarebbe sopravvissuta, ma certo non possiamo caricarci di ansie ai primi sintomi. Una mancanza grave è quella del ruolo dei nonni: oggi i genitori giovani sono inesperti, non hanno il supporto e la saggezza di chi ha già vissuto cose simili, così diventano insicuri si basano sul sentito dire. Si è persa parte della genitorialità. In questo senso un buon pediatra prima di saper curare deve imparare a rapportarsi con i diversi tipi di genitore, saper cogliere paure per dare risposte giuste. 

L'alimentazione del bambino: mangiar bene è la cura migliore?

E' il pilastro della salute del bambino. Ormai sappiamo sempre di più quanto sia importante già il mangiar bene della mamma in gravidanza ai fini della salute futura del nascituro, e in relazione al successivo latte materno, che non dovrebbe mai mancare o essere sostituito. Il bambino non deve essere sovraccaricato di alimenti impropri, e il pilastro rimangono frutta e verdura. Le proteine, in numero contenuto, sono necessarie, mentre gli zuccheri vanno inseriti il più tardi possibile. Bisogna monitorare la dieta e il peso e se ci si accorge di una tendenza di crescita eccessiva si deve subito ragionare con il proprio pediatra: il rischio di obesità si manifesta già dai primi mesi e su tre bambini almeno uno è superiore alla norma. Quello che può essere trascurato nei bambini da adulti si trasforma in diabete, ipertensione e malattie cardiache. E oltre all'alimentazione serve tanto movimento. Diete vegane per i neonati. Fantasia e mode non vanno di pari passo con la cosa corretta. La dieta vegana per i bambini è da vietare perché espone a grandi rischi. Altro discorso è la dieta vegetariana, basata sulla valorizzazione di frutta e verdura nell'ottica di sostituire la carne. La dieta mediterranea rimane quella migliore anche per i bambini, con la carne in quantità limitata. «Una sigaretta in gravidanza ci sta, così come un bicchiere di vino». Errore gravissimo. Bisogna essere categorici su questo e non affidarsi alle leggende metropolitane: la donna in gravidanza, purtroppo per lei, non può fumare né bere alcol, nemmeno in piccolissime dosi. Alla luce delle conoscenze moderne non è assolutamente vero che «un goccino» non abbia conseguenze. Queste sostanze influiscono tantissimo sul feto, creando disturbi che incidono soprattutto sullo sviluppo del sistema nervoso: una serie di disturbi che aumentano a dismisura criticità alla sfera psichica, problemi che emergono verso i sei-sette anni e parlo per esempio di alcuni casi di disgrafia, dislessia e disturbi della personalità che hanno radici nei primi anni di vita.

Quando ci si deve rivolgere ai pediatri, piuttosto che alla guardia medica o al pronto soccorso?

Innanzi tutto le famiglie italiane dovrebbe rendersi conto che avere gratuitamente a disposizione un pediatra fino all'adolescenza è un bene prezioso che va difeso, una fortuna che pochi nel mondo possono avere. Soprattutto nel primo anno di vita è importante frequentare il pediatra per i bilanci di salute, che sono almeno sei. Pediatra non vuol dire esclusivamente vista in ambulatorio, ma anche il «contatto», ovvero stabilire un rapporto di relazione, per crescere il proprio figlio in tranquillità e in questo i medici devono essere molto disponibili. Il pronto soccorso è l'alternativa residuale per le vere emergenze.

Nel veronese c'era la gara per essere suoi pazienti, perché?

Sono sempre stato disponibile all'ascolto, ad entrare nelle problematiche dei genitori. Il medico deve emettere un consiglio o una diagnosi, però lo deve fare anche attraverso un processo di relazione, di fiducia.

Esiste una «terapia preventiva» nei bambini?

Una volta si pensava che dare determinate vitamine nei cambi di stagione aiutasse, in realtà oggi il problema più grande è la carenza di vitamina D, che a causa del sole che non giunge come una volta non stimola più abbastanza il corpo a produrla. In generale non esiste un qualcosa o una vitamina che necessariamente si debba dare perché ogni bambino ha una sua storia.

Omeopatia: alternativa alla medicina o semplice placebo?

Personalmente ho un atteggiamento «possibilistico», pur rimanendo convinto che non ci si può affidare a medicine alternative in modo fideistico. Bisogna sempre avere la responsabilità di capire quando il farmaco tradizionale, come l'antibiotico o il cortisone, è il rimedio più efficace, pur avendo talvolta effetti collaterali. Esistono i rimedi fitoterapici, che non sono omeopatici ma rimedi vegetali di supporto. L'omeopatia rimane ancora un «mistero», in molti Paesi è usata da secoli, anche in assenza di basi teoriche. Forse in futuro se ne saprà di più, di certo non lo ritengo un metodo sostitutivo ma mi guardo bene dal demonizzarlo.

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