Le procure di Verona e Vicenza stanno cercando di fare luce sui decessi ravvicinati di Anna Zilio, 39 anni, e Alberto Zordan, 48, entrambi runner tesserati per il Team Km Sport.
I due atleti, che non si allenavano insieme, sono stati trovati senza vita nelle loro abitazioni a due settimane di distanza: Zilio a Verona, Zordan a Sovizzo (Vicenza).

Spuntano due certificati falsi di Anna Zilio
L’inchiesta ha subito una svolta quando la procura scaligera ha individuato due certificati medici cartacei di Anna Zilio risultati non autentici, risalenti ad alcuni anni fa. È stato aperto un fascicolo per falso a carico di ignoti.
I documenti sanitari di Zordan, invece, sono risultati subito regolari, e sul suo caso rimane in piedi un procedimento senza ipotesi di reato.
Secondo quanto emerso, il certificato medico 2025 di Zilio non risultava archiviato tra i documenti della società, per la quale la 39enne lavorava come segretaria dal 2017 gestendo anche l’archiviazione dei certificati di tutti i tesserati. Un’anomalia che aveva insospettito gli investigatori.
Dai primi riscontri è emerso che in passato la maratoneta aveva affrontato alcuni accertamenti cardiologici ed era rimasta ferma per sei mesi prima di essere nuovamente dichiarata idonea. Da allora aveva ripreso l’attività agonistica, arrivando a correre anche una 100 km in Olanda la scorsa estate.
Ipotesi di morte naturale
Le prime indicazioni delle autopsie farebbero pensare a complicazioni di natura cardiaca per entrambi gli atleti, anche se sarà necessario attendere gli esiti definitivi delle perizie e degli esami tossicologici, ora in corso presso il laboratorio medico-legale di Padova.
L’uso di sostanze dopanti, al momento, è stato escluso, dal momento che nelle case dei due maratoneti non sono stati trovati medicinali sospetti.
Gli inquirenti non escludono che i due decessi possano essere frutto di una tragica coincidenza, ma attendono gli ultimi risultati per delineare un quadro definitivo.