Marina Speri, mille chilometri a piedi (per se stessa)

Nel cammino di Santiago di Compostela si alternano momenti di fatica con attimi di unione, lacrime e gioia. Partita da sola, ha trovato molti amici

Marina Speri, mille chilometri a piedi (per se stessa)
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Nel cammino di Santiago di Compostela si alternano momenti di fatica con attimi di unione, lacrime e gioia. Partita da sola, ha trovato molti amici

Mentre state leggendo queste righe Marina sta camminando, passo dopo passo, a fine luglio avrà percorso 920 km a piedi. Partita da Saint Jean Pied de Port in Francia, arriverà a Finisterre in Portogallo, davanti all’oceano Atlantico, ultima tappa del Cammino di Santiago di Compostela. 

Marina Speri 53 anni, madre di 4 figlie e nonna di 4 nipoti, non ha mai praticato sport prima d’ora ma dice con un grande sorriso: «Una giornata di queste corrisponde ad un mese nella vita reale. Sono felice con niente, dopo ore di cammino sotto il sole, con le vesciche ai piedi, senza nulla e nessuno attorno, quando all’orizzonte vedo il paesino dove mi fermerò per la notte scoppio di felicità».

La sera mi manda foto e video che la ritraggono sotto il sole cocente lungo stradine bianche e crinali impervi, sempre con lo zaino sulle spalle. E’ serena e radiosa. Il primo passo lo muove alle 4.30 del mattino l'ultimo attorno alle 16, dieci ore di cammino, 40 km circa ogni giorno. E’ partita da sola per il pellegrinaggio ma il destino non ha voluto che lo rimanesse: «E’ incredibile quello che mi è successo. Qualche giorno dopo la partenza ho incontrato tre compagni di viaggio, Patrizia 42 anni di Varese, Stefania 70 anni di San Remo e Emanuele 37 di Santa Lucia ai Monti. Questo mi fa riflettere su quanto piccolo e pieno di sorprese sia il mondo. Lui davanti ad un chiosco l’ha aiutata a comunicare con un venditore di panini e da lì è nata una grande amicizia che potrà essere approfondita anche a Valeggio. Un’altra grande sorpresa è stato scoprire che Emanuele Bortolazzi è un prete: don Emanuele. Una foto che li ritrae tutti assieme ha questa didascalia: «Sono i miei tre angeli ringrazio il cielo di averli incontrati su questo cammino».

Le chiedo cosa l’ha spinta a partire e lei mi confida: «Il bisogno di fare qualcosa per me stessa, il mio prima è stato dedicato esclusivamente agli altri, mi sono sempre messa in seconda, terza, ultima fila. Ho voluto fare qualcosa per me». Le chiedo a cosa pensa e su cosa si concentra durante le ore di cammino e Marina mi dice commossa la verità: «Alle mie figlie, dopo la separazione da mio marito il rapporto con la maggiore è scomparso, ha due bimbi che non ho mai visto, -sento le lacrime cambiarle la voce-, spero che succeda un miracolo, voglio riallacciare quel filo spezzato».

Presa da questo toccante momento le chiedo: «Quando tornerai a Valeggio ti abbraccerò fortissimo, accetti?» Ride forte: «mi verrà da piangere ma accetto volentieri! Con i miei compagni c’è una confidenza tale che ci raccontiamo tutto, passato, presente e futuro, capita che si pianga assieme, ma si ride anche molto. Chiunque in questo cammino ha un vuoto da riempire. C’è una condivisione spontanea. “Ti manca il pane?” Ecco ti do metà del mio. Accade tutto con estrema naturalezza, nella vita di tutti i giorni questo non succede mai».  

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