A Verona

Medici in fuga, 1000 dimissioni in tre anni: solo un terzo in pensione, gli altri passano al privato

Le previsioni per i prossimi anni sono allarmanti: entro il 2025 si stima una perdita complessiva di 38.667 medici, tra cui 14.493 medici di medicina generale e pediatri, 3.674 specialisti ambulatoriali e 20.500 dirigenti medici

Medici in fuga, 1000 dimissioni in tre anni: solo un terzo in pensione, gli altri passano al privato

La sanità pubblica in Veneto, così come nel resto d’Italia, sta affrontando una crisi senza precedenti caratterizzata da un esodo massiccio di medici e personale sanitario. Negli ultimi sei anni, il numero di medici che hanno lasciato il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è triplicato, passando da 1.564 nel 2016 a 4.349 nel 2022.

Le dimissioni in Veneto

Nel triennio 2022-2024, il sistema sanitario pubblico veronese ha registrato 484 dimissioni di medici: 267 dall’Ulss 9 e 217 dall’azienda ospedaliera Aoui, con una media superiore a 160 all’anno. Meno di un terzo di queste dimissioni (156 casi, di cui 80 all’Ulss e 76 all’Aoui) è avvenuto per pensionamento o raggiunti limiti d’età.

La maggior parte delle dimissioni è stata volontaria, senza diritto alla pensione, indicando un malcontento diffuso tra i professionisti sanitari riguardo alle condizioni di lavoro.

Secondo il segretario FP Cgil Verona Antonio De Pasquale

Sono più di 1000 i medici che si sono dimessi negli ultimi tre anni in tutto il Veneto. Dal 2022 al 2024, a Verona, come raccolto dalla Cgil, sono 484 medici dell’ULS 9 che hanno rassegnato le dimissioni, e solo un terzo di questi sono andati in pensione. Gli altri hanno dato tutti quanti dimissioni volontarie, cosa che era praticamente sconosciuta fino a qualche anno fa, perché c’è un sistema di lavoro che è estremamente penalizzante per gli operatori professionisti della salute”. Molti di questi medici sono passati al privato, e alcuni hanno scelto di andare all’estero.

La fuga degli infermieri

Anche la situazione degli infermieri non è migliore. Le dimissioni volontarie sono più di 100 ogni anno, solo a Verona. Il problema principale, come sottolineato da Simone Mazza di FP Cgil, è che si tratta di una professione retribuita troppo poco.

A Verona, lavorando le notti, le domeniche, la reperibilità, guadagnano sì e no 1600 euro netti. La media OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) europea ha stipendi che sono il 20% e 30% in più, con condizioni di lavoro migliori.”

Le richieste di cambiamento

Per risolvere questa crisi, i sindacati chiedono più risorse per la sanità pubblica. Antonio De Pasquale propone “rinnovi contrattuali dignitosi” e un adeguamento dei carichi di lavoro, affinché siano più sostenibili per gli operatori sanitari.