Monsignor Pasotto nominato Ufficiale dell'Ordine della Solidarietà Italiana
Sergio Mattarella ha firmato il decreto a favore del bovolonese.

Monsignor Pasotto nominato Ufficiale dell'Ordine della Solidarietà Italiana.
Monsignor Pasotto riceve la nomina
Grane soddisfazione per i bovolonesi dato che il loro compaesano, Monsignore Pasotto Giuseppe ha ricevuto un'importante nomina. Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto di nomina di Ufficiale dell'Ordine della Solidarietà Italiana per Pasotto. Questa nomina è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.142 del 19 giugno scorso. Il forte impegno profuso da Monsignor Pasotto nel suo incarico ecclesiale lo ha notevolmente distinto meritandone il plauso condiviso dalla comunità civile di Bovolone che ne ha favorito la segnalazione.
L'impegno di Giuseppe
Nato a Bovolone il 6 luglio 1954, Monsignor Giuseppe Pasotto al 1996 è amministratore apostolico del Caucaso, ricoprendo le funzioni di vescovo per le comunità cattoliche in Georgia e Armenia. Ripercorrendo la sua storia, il 6 luglio 1954, ancora giovane entrò nel seminario della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (Stimmatini) e venne ordinato sacerdote il 12 maggio 1979 dal cardinale Lucas Moreira Neves. Successivamente nel 1993 partì per la Georgia, in seguito alla richiesta alla Congregazione da parte della Santa Sede di una presenza cattolica di rito latino nel paese. Si passa poi al 1996 quando venne nominato Amministratore Apostolico del Caucaso dei Latini, esercitando un ruolo pastorale equivalente a quello di vescovo per i cattolici di rito latino della Georgia, Armenia e Azerbaigian. Pasotto venne nominato vescovo titolare di Musti da Giovanni Paolo II, dal quale viene ordinato il 6 gennaio 2000 nella Basilica di San Pietro. Successivamente nel 2005 indisse il primo sinodo diocesano per l'amministrazione apostolica del Caucaso e nel 2008, nel corso della guerra tra la Russia e la Georgia, denunciò che «la paura della gente è quella di essere lasciati soli di fronte al gigante russo, e che gli occidentali sappiano solo parlare bene».