a Verona

"Morte alle spie", minacce sulla vetrata della Locanda al Vescovo. Il quartiere Veronetta invoca un presidio fisso contro i pusher

Intervista esclusiva al titolare del locale Davide Tinazzi: "Nel quartiere si respira un'atmosfera di poca sicurezza. Bisogna salvaguardare tutti".

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Nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 novembre 2024, un noto esercizio di Verona è stato teatro di un atto vandalico da parte di ignoti: sulle vetrine del locale sono infatti apparse scritte minatorie. Le forze dell'Ordine sono, al momento, sulle tracce dei possibili responsabili. Il racconto della vicenda, direttamente dal proprietario della Locanda.

Minacce di morte sulla vetrata della Locanda al Vescovo

“Morte alle spie”.

E' questa la scritta minatoria che è comparsa fuori la Locanda al Vescovo in piazzetta Santa Toscana, a pochi passi da Porta Vescovo.

Ma un altro elemento rende la vicenda ancora più "misteriosa". La scritta tracciata con vernice nera è stata accompagnata da un simbolo: una “A” cerchiata.

A riprendere il responsabile, le telecamere di sicurezza: nel video si può notare una persona incappucciata e con una sciarpa che, intorno alle due del mattino, ha utilizzato una bomboletta spray per lasciare il messaggio.

Ecco le riprese integrali della telecamera di sorveglianza della Locanda: 

 

Intanto l’episodio è stato segnalato alle forze dell’ordine che hanno avviato le indagini per identificare l’autore del gesto e capire se ci siano collegamenti con altre azioni simili avvenute in zona.

L'intervista al titolare della Locanda Davide Tinazzi

La vetrina è stata immediatamente ripulita, ma il proprietario della Locanda Davide Tinazzi si è interrogato sulla natura del gesto. Il termine "Spie" potrebbe essere ricondotto alle recenti operazioni della Polizia contro le piazze di spaccio in città.

“Mi sono accorto delle scritte al mattino - ha rivelato ai nostri microfoni il titolare della Locanda -  mentre il responsabile aveva agito intorno alle 2 di notte. Sotto la frase c’era questo simbolo cerchiato, quasi come fosse appartenente ad un anarchico. Io non sono esposto politicamente. Ho soltanto avuto un buon interesse per il quartiere, per fare da portavoce".

"Ho portato all'attenzione dell'amministrazione comunale - prosegue Tinazzi - i problemi per sanare le criticità del quartiere. Non è che ho fatto la spia, erano tutti avvenimenti alla luce del giorno. “

L'agguato potrebbe rivelarsi, dunque, una ritorsione contro le presunte rivelazioni con cui gli esercenti avrebbero aiutato le forze dell'ordine. La Locanda al Vescovo sarebbe, quindi, soltanto un bersaglio preso di mira, in quanto rientra tra le strutture di accoglienza più grandi del quartiere.

La scritta fotografata dall'interno della Locanda

I ristoratori chiedono un presidio fisso

La comparsa di scritte minatorie nelle aree pubbliche ha destato non poca preoccupazione tra i residenti del quartiere Veronetta e i commercianti della zona, che temono una possibile escalation di azioni intimidatorie o atti vandalici.

Nel quartiere si respira un clima di poca sicurezza – conclude Davide Tinazzi - E’ una zona abitata soprattutto da bambini e anziani e sono soprattutto le persone di maggiore età a non voler più uscire di casa, per non incappare nel rapinatore o nello spacciatore di turno. Bisogna mettere nella condizione di non permettere a questi delinquenti di agire. La sicurezza deve essere garantita a tutti e l’unica azione per salvaguardare questa zona potrebbe essere avere 1 o 2 presidi fissi”.

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La scritta fotografata dall'interno della Locanda

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