Uccisa brutalmente con una padella

Morte della babysitter Teresa, l’avvocato: “La Svizzera deve assumersi le sue responsabilità”

Verri: "Teresa merita la medaglia d’oro al valor civile e sono sicuro che il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attiveranno la procedura".

Morte della babysitter Teresa, l’avvocato: “La Svizzera deve assumersi le sue responsabilità”
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Giustizia per Teresa Scavelli, brutalmente uccisa in Svizzera.

Ha protetto i bambini a costo della vita

Chiedere al Governo italiano e personalmente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di intervenire. Serve giustizia per Teresa Scavelli, 46enne uccisa brutalmente in Svizzera a colpi di padella da un 22enne con problemi psichici. Teresa, che faceva la baby sitter in quell’appartamento sulla Speicherstrasse a San Gallo, ha perso la vita mentre si frapponeva tra l’aggressore e i tre bambini svizzeri che accudiva con amore. Vuole giustizia l'avvocato Francesco Verri, incaricato di rappresentare la famiglia di Teresa Scavelli:

“Una donna italiana, Teresa, è morta a San Gallo per salvare tre bambini svizzeri. Era la baby sitter di due di loro. E quando un folle ha tentato di accanirsi contro i ‘suoi’ bambini si è messa in mezzo. Li ha protetti a costo della vita. Anche l’aggressore è stato ucciso ma dalla polizia. Sono il difensore della famiglia di Teresa e mi rivolgo allo Stato italiano perché intervenga presso le Autorità svizzere per tutelare gli interessi dei figli, del marito, delle altre persone care. La Svizzera e il Cantone di San Gallo non hanno mandato alla famiglia neppure un messaggio di cordoglio. Non hanno ringraziato Teresa per il suo gesto eroico. La salma è stata trasportata in Italia... a pagamento”.

La Svizzera poteva prevenire il dramma

L’avvocato prosegue:

“Eppure la stampa svizzera e quella italiana descrivono l’assassino come uno sbandato più vol”e ricoverato per gravi problemi psichici e noto alla polizia per abuso di droga. E’ stato analizzato il suo profilo Instagram che è stato definito come “lo specchio della sua instabilità”. La Svizzera possedeva dunque le informazioni necessarie per prevenire il dramma. Per assumere decisioni circa la salute e la libertà dell’aggressore di cui era nota la pericolosità sociale. E aveva l’obbligo di farlo in base all’articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che tutela il diritto alla vita delle persone.
Cosa ha intenzione di fare ora la Svizzera?
Io chiedo che si prenda cura della famiglia di Teresa, dei suoi figli (fra i quali c’è una studentessa universitaria), del marito. Chiedo che si occupi dei loro bisogni”.

Serve l’intervento del Governo

L'avvocato Francesco Verri chiede l’aiuto del Governo:

E chiedo al Governo italiano e personalmente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di intervenire. Quel che è accaduto non si esaurisce in un ambito privato, non riguarda solo la famiglia di Teresa ma l’Italia e la Svizzera. Sono certo che l’Italia se ne rende conto, si interesserà al caso di Teresa e attiverà i canali diplomatici per indurre la Svizzera ad assumersi le proprie responsabilità. Non voglio essere costretto a fare cause e a ricorrere alla Corte di Strasburgo per questo.
Infine: Teresa merita la medaglia d’oro al valor civile e sono sicuro che il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attiveranno la procedura”.

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