Morte Khadim, interviene anche Don Giampietro Fasani

Il parroco di Villafranca interviene e replica alla lettera dell'avvocato Bertolini

Morte Khadim, interviene anche Don Giampietro Fasani
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Il parroco di Villafranca interviene e replica alla lettera dell'avvocato Bertolini

Riceviamo e pubblichiamo:

In queste circostanze non si vorrebbe mai fare certe precisazioni per riprendere alcuni temi buttati, attraverso i social, in pasto ai media. Questo, infatti, è il tempo del cordoglio, vero, unanime e sentito per una disgrazia che non ha eguali: la morte di un giovane che tutto avremmo voluto tranne che doverlo salutare nel pieno dei suoi anni migliori.

Un giovane che tutti consideriamo come un figlio che ci è stato strappato qualche giorno fa, improvvisamente. Un caro ragazzo che ha una famiglia, amici, una Comunità che tra le mille difficoltà dei giorni nostri, cercavano di garantirgli una vita ed un futuro felice, sereno, spensierato.

Così, purtroppo, non è stato: la sua vita si è interrotta bruscamente e tutti noi sentiamo dentro forte l'istinto di prendercela con qualcuno. Vorremmo sfogare la nostra rabbia per un fatto che sentiamo essere incomprensibile, perfino ingiusto e vorremmo farlo subito, ora, per stare meglio domani, quasi come se buttare addosso a qualcuno questo malessere ci permetta di stare meglio, di respirare di nuovo.

Ma la rabbia scagliata contro qualcuno non è la strada giusta. L'accusare qualche categoria è la cosa più facile ma forse la più sbagliata, perché non ci permette di fare un percorso di verità e di amore. Solo l'amore vince la morte: l'amore dell'amicizia nel ricordo, l'amore per una famiglia che si stringe attorno ad un ragazzo scomparso, l'amore di una Comunità che non cerca capri espiatori ma che analizza i fatti e riflette con serietà e sobrietà per non commettere più, se sono stati commessi, gli stessi errori.

E' proprio questo che mi sento di dire, da uomo e da parroco di una Comunità che piange: non commettiamo l'errore di scagliarci gli uni contro gli altri per trovare delle categorie sociali da colpevolizzare, magari affibbiando, attraverso un crudele uso della retorica, colpe ignobili con processi sommari. Queste feroci accuse nei confronti di una categoria, in questo caso "le darne della carità" e gli "sgranatori di rosari" (virgolettato non contenuto nella lettera dell'avvocato, ndr), inquinano l'aria fino a togliere il fiato.

Il tutto potrebbero essere letto con misericordia se scritto da un giovane amico scosso dalla terribile perdita quale effettivamente è quella del caro Khadim, ma non può e non deve essere l'espressione ragionata di un padre o di una madre. Chi come noi adulti ha un ruolo educativo nei confronti dei propri figli e della società, dopo il tempo della disperazione e del pianto vissuto al fianco dei propri ragazzi, deve assumere su di sé la responsabilità di una riflessione magari faticosa, ma razionale e misericordiosa che lo porti a compiere scelte esemplari per aiutare tutta la Comunità a ritrovare la via dell'amore, l'unica via che vince la morte.

Questo credo sia il dovere non solo cristiano ma umano per ogni uomo e donna che lotta e che spera che tali disgrazie non accadano più. Stringiamoci con affetto e con tutte le limitate capacità che abbiamo attorno alla famiglia di Khadim, ai suoi amici, alle famiglie dei suoi compagni, compiamo questo doloroso cammino accompagnandoci e sorreggendoci a vicenda, non usiamo le nostre energie per sbranarci ma per sostenerci con amore, come cerca di fare da sempre, anche nei momenti più bui, la Comunità civile e religiosa di Villafranca.

Mons. Giampietro Fasani 

QUI LA LETTERA DELL'AVVOCATO BARTOLINI

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