Mozzecane picchiati per strada da un motociclista

Incredibile vicenda vissuta da Luca Venturini e dall'anziano suocero al casello.

Mozzecane picchiati per strada da un motociclista
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Mozzecane picchiati per strada da un motociclista. Incredibile vicenda vissuta da Luca Venturini e dall'anziano suocero al casello.

Mozzecane picchiati per strada da un motociclista

Una disavventura che poteva avere anche risvolti peggiori. E un monito: «Quando siete alla guida dell’auto, non fatevi prendere dalla rabbia e non cercate il litigio: non sapete mai cosa può accadere». Protagonista della storia che raccontiamo Luca Venturini, una delle anime del «Centro famiglie insieme» di San Zeno, che una settimana fa, il 30 giugno, si è messo in viaggio con la propria famiglia (moglie, figli e suoceri) in direzione Romagna.

Il racconto della vittima

Mozzecane picchiati per strada da un motociclista

«Siamo partiti su due macchine, io e mio suocero su una, mia suocera, mia moglie e i bambini su un’altra – comincia a ricostruire Luca – All’altezza di Bologna, una moto ha raggiunto la vettura di mia moglie, sfanalando ripetutamente per richiedere strada. Giorgia, che nel frattempo stava superando un’altra vettura, ha atteso prima di spostarsi, e quando lo ha fatto il motociclista ha sbattuto il pugno sullo specchietto retrovisore». La corsa del centauro non si è però arrestata: dopo poco ha raggiunto l’auto guidata da Luca e l’episodio si è ripetuto. «Dopo avermi superato, l’uomo ha scalciato sulla portiera della vettura, danneggiandola».

Mozzecane picchiati per strada - L'aggressione

Mozzecane picchiati per strada da un motociclista

Poteva essere la fine del raptus di un motociclista particolarmente stressato, arrogante e prepotente, ma non è stato così. «Dopo pochi chilometri – continua Luca – ci siamo dovuti fermare per la presenza di rallentamenti e abbiamo visto riapparire l’uomo, che ha approfittato della coda per raggiungerci nuovamente nonostante ci avesse superato». Ed è lì che è cominciata l’ordalia: «Inizialmente ha preso a calci e pugni carrozzeria e finestrino, poi si è accorto che la portiera non era chiusa, e ha così potuto aprire lo sportello». Una volta raggiunto l’interno dell’abitacolo, il centauro ha strattonato fuori Luca, colpendolo violentemente dietro l’orecchio destro e facendogli volare gli occhiali sull’asfalto dell’autostrada. «A quel punto è sceso dall’auto anche mio suocero, di 77 anni, che è stato a sua volta aggredito dall’uomo. In un primo momento ha schivato un pugno, poi è stato colpito al braccio e alla mano sinistra».

Mozzecane picchiati per strada da un motociclista

Le botte davanti a moglie e figli

Una scena violenta, quella che ha visto protagonisti Luca e il suocero, a cui hanno assistito anche la moglie, Giorgia Minucelli, la suocera, e soprattutto i figli, di 7 e 13 anni, scioccati dallo spettacolo. «Il caso ha voluto che nel momento in cui è iniziata l’aggressione ci fossimo affiancati all’auto che guidava mio marito – racconta Giorgia – A un certo punto ho sentito il motociclista rivolgere a Luca insulti omofobi, alché sono scesa anch’io dall’auto che guidavo e gli ho detto che ero la moglie, e che anche se fosse stato omosessuale non ci sarebbe stata nessuna ragione per offenderlo». Dopo il caos, la violenza e lo scatto di follia, l’uomo, «italianissimo e con accento del Nord», è poi tornato in sella alla moto, ripartendo come se nulla fosse. Allo stesso modo, Luca e famiglia hanno proseguito per Cervia, raggiungendo l’ospedale. Nessuna grave ripercussione per i protagonisti della disavventura, ma per Luca un mal di testa persistente e la difficoltà nel prendere sonno. In tutto ciò, però, una convinzione: «Il motociclista non la passerà liscia».

Mozzecane picchiati per strada - Le indagini

Un brutto quarto d’ora senza ripercussioni per la salute di Luca Venturini e suocero, ma non per questo non si cercherà giustizia. «Nel momento dell’aggressione nessuno di noi ha avuto la prontezza di segnare la targa della moto – racconta la moglie di Luca, Giorgia Minuc elli – La nostra fortuna è stata però che qualcun altro lo ha fatto per noi». E’ stata proprio Giorgia, la stessa giornata di sabato, a segnalare l’accaduto alla Polizia stradale. Qualche ora prima, mentre si stava svolgendo quella scena da «Una giornata di ordinaria follia», un’altra persona aveva pensato di chiamare le forze dell’ordine per denunciare le violenze. «Ora la Polizia stradale ha la targa del veicolo, e in questo modo si potrà procedere all’identificazione dell’aggressore», conclude Giorgia. Si procederà anche alla querela per lesioni personali, nonostante Luca avrebbe voluto venisse «scomodata» una fattispecie ben più pesante. «Ci trovavamo in autostrada. In coda, certo, ma pur sempre in autostrada. In quel momento la fila poteva anche risolversi, e nel caso in cui fossi stato spintonato sarei anche potuto finire sotto un camion. In quei momenti ho temuto per la mia vita, per questo in un primo momento avrei anche pensato si potesse configurare il reato di tentato omicidio». Non è tuttavia questa la strada che verrà seguita, ma la speranza è scontata: ottenere giustizia. «E peccato non poter vedere la faccia che farà il motociclista quando gli verrà notificata la querela» conclude Luca.

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