Caso nazionale a Verona

No a Via Giorgio Almirante, in 24 ore 183 sottoscrittori sul blog

Sta diventando nazionale il caso della delibera della Giunta comunale di Verona.

No a Via Giorgio Almirante, in 24 ore 183 sottoscrittori sul blog
Pubblicato:
Aggiornato:

No a Via Giorgio Almirante, in 24 ore 183 sottoscrittori sul blog.

No a Via Giorgio Almirante, in 24 ore 183 sottoscrittori sul blog

Sta diventando nazionale il caso della delibera della Giunta comunale di Verona decisa ad intitolare una via a Giorgio Almirante. Dopo che Liliana Segre ha espressamente rifiutato di accettare la cittadinanza da una città che contemporaneamente intende intitolare una via a Giorgio Almirante. Il caso è stato fatto scoppiare dall'associazione "La città che sale", il cui presidente è Alberto Battaggia, il tutto attraverso un comunicato stampa. Il Consiglio direttivo de "La città che sale" ha consegnato nella mattina di lunedì 20 gennaio una lettera aperta al Prefetto di Verona, Giovanni Cafagna, per invitarlo a non autorizzare la recente delibera avanzata dalla Giunta comunale di Verona di intitolare una strada cittadina all’on. Giorgio Almirante. Attraverso il blog dell'associazione, in circa 24 ore i sottoscrittori della lettera al Prefetto erano già 183.

Il punto di vista

L'associazione "La città che sale" rende noto:

"Le ragioni della opposizione sono giuridiche, storiche e politiche. Innanzitutto, la proposta appare in contrasto con le disposizioni del Regolamento comunale. La vita, le scelte, i valori e le azioni di Giorgio Almirante non sono state in nessun caso, né durante il fascismo, né durante la Repubblica, “testimonianza dello sviluppo materiale e civile”: requisito esplicitamente previsto dalla normativa
comunale. Sul piano storico, Giorgio Almirante fu segretario di redazione della rivista "La difesa della razza"; convinto repubblichino in uno stato alleato alla Germania nazista di Adolf Hitler; impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana. Il contesto storico di allora vide la contrapposizione feroce di regimi totalitari criminali come quelli fascista, nazista e comunista, ma questo non può giustificare o minimizzare, alla luce dei valori liberali e democratici della nostra costituzione repubblicana, le tragiche scelte degli uomini di allora. Tanto più che Giorgio Almirante mai dichiarò pentimento e dissociazione verso le proprie responsabilità ideologiche, politiche e militari relative a quel periodo storico: nemmeno quando la nuova democrazia repubblicana, che lui aveva combattuto militarmente, gli concesse, nel dopoguerra, di essere eletto più volte nel Parlamento nazionale. Va anche ricordato che la seconda guerra mondiale è stata combattuta e vinta anche da Paesi caratterizzati da limpide tradizioni liberali e democratiche come la Francia, l'Inghilterra, gli Stati Uniti".

La richiesta in concomitanza con la cittadinanza onoraria

L'associazione rende noto inoltre che:

"Sul piano politico, riteniamo infine che la proposta di intitolare una via a Giorgio Almirante, quasi contemporanea al lodevole riconoscimento della cittadinanza onoraria veronese alla senatrice Liliana Segre, compiuto unanimemente dal Consiglio comunale, esponga l'intera città al ridicolo, oltre che alla indignazione, configurando una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica. Come può la stessa città celebrare, contemporaneamente, la vittima di uno dei più abominevoli regimi politici novecenteschi, quello nazifascista, e intitolare una strada ad uno dei responsabili diretti di quello stesso regime? Che senso ha insistere con questi atteggiamenti ideologici a 75 anni dalla fondazione della Repubblica e a 30 dalla fine della guerra fredda? Quella di Verona è una società evoluta, operosa, colta, dotata di forti radici democratiche, che non ha bisogno di lugubri sguardi rivolti nostalgicamente al passato, ma di tante energie, a partire da quelle dei suoi giovani, per costruire liberamente e serenamente il proprio futuro. Confidiamo perciò che il Prefetto valuti con obiettivo equilibrio la delibera e non la autorizzi per la palese insensatezza".

La lettera al Prefetto

L'associazione ha provveduto quindi ha inviare una lettera al Prefetto di Verona, Giovanni Cafagna, per invitarlo a non autorizzare la recente delibera avanzata dalla Giunta comunale di Verona di intitolare una strada cittadina all’on. Giorgio Almirante.

Il contenuto della lettera:

"Oggetto: Prevista intitolazione di una strada cittadina all’on. Giorgio Almirante. Richiesta di diniego dell’approvazione prefettizia

Illustrissimo Sig. Prefetto,
scriviamo con riferimento alla proposta – recentemente approvata dalla Giunta comunale (Deliberazione n. 3/2020 dell’8 gennaio 2020 pubblicata il 16 gennaio 2020) - di intitolare una strada cittadina all’on. Giorgio Almirante. Riteniamo che la proposta sia stata approvata senza una sufficiente riflessione e Le
chiediamo pertanto con la presente di non accordare l’approvazione di Sua competenza (art. 1 legge 1188/1927 e Regolamento comunale 11 giugno 2015).

Le ragioni di questa richiesta sono le seguenti:
1. Il menzionato Regolamento comunale (art. 8) dispone che i nuovi nomi delle strade debbano costituire “testimonianza dello sviluppo materiale e civile, legati a fatti, personaggi ed avvenimenti sociali, culturali e politici della storia cittadina, nazionale o internazionale”.

2. Nel caso dell’On. Giorgio Almirante, il requisito sopra descritto – per il quale ogni nuova denominazione deve testimoniare lo sviluppo del paese o della città - palesemente non ricorre. Dati storici consolidati lo indicano. Infatti, tanto prima che dopo la Liberazione, Giorgio Almirante fu coinvolto in prima persona nella promozione o nell’appoggio della violenza squadrista. Prima della Liberazione, sostenne apertamente tesi razziste e antisemite sul periodico La difesa della razza. Firmò inoltre personalmente, nel 1944 e quale Ufficiale della Repubblica di Salò, un duro provvedimento collaborazionista con i nazisti, nel quale gli “sbandati” venivano espressamente minacciati di morte. Dopo la Liberazione, non condannò mai il fascismo. Fece inoltre pervenire aiuti all’estero al terrorista Carlo Cicuttini, autore della strage di Peteano, nella quale tre Carabinieri erano stati uccisi.

3. E’ evidente dunque che l’adesione al fascismo non fu, per Giorgio Almirante, un mero errore giovanile dovuto all’inesperienza ed alla propaganda del regime, ma un chiaro e duraturo orientamento politico, per seguire il quale non esitò a coinvolgersi direttamente in iniziative di stampo razzista o comunque gravemente illegali.

4. In questo quadro, sarebbe fuorviante parlare di ‘riconciliazione’. La riconciliazione esige che si onorino tutte le vittime innocenti, a prescindere dal loro orientamento politico. In questa prospettiva, è certamente apprezzabile, ad esempio, che la nostra città abbia deciso di onorare – dedicandogli una strada - la memoria del giovane Sergio Ramelli, militante del Movimento Sociale barbaramente aggredito e ucciso da giovani di estrema sinistra. Non avrebbe invece alcun senso onorare la memoria di un esponente politico che non ha mai rinnegato il fascismo e che, soprattutto, si è reso responsabile di gravissimi comportamenti tanto prima come dopo la Liberazione. E’ perciò ben comprensibile la ragione per la quale i rappresentanti dell’Università all’interno della Commissione Toponomastica del Comune abbiano espresso parere contrario rispetto all’intitolazione di una strada cittadina a Giorgio Almirante.

5. L’attento esame della motivazione della Delibera di Giunta pubblicata il 16 gennaio offre piena conferma delle perplessità rappresentate in questa lettera e costituisce, di per sé, un ulteriore motivo idoneo a giustificare il rigetto della proposta. Infatti, la Giunta riconosce espressamente che – durante la riunione della Commissione toponomastica che a maggioranza ha approvato la proposta – vennero espresse “diverse posizioni”, che “non hanno trovato una visione unitaria”. A questo punto, nella dinamica ordinata di un provvedimento amministrativo, ci si aspetterebbe una giustificazione esplicita sulle ragioni per le quali la posizione favorevole, emersa in Commissione, viene considerata dalla Giunta più convincente rispetto alla posizione negativa. Una motivazione esplicita, in altre parole, delle ragioni per cui la figura di Giorgio Almirante debba costituire “testimonianza dello sviluppo materiale e civile” dell’Italia o di Verona. Niente di tutto questo. Infatti il testo della Deliberazione evita di esprimersi, concludendo frettolosamente, e dunque senza sostanziale motivazione, in senso favorevole. Non va infine dimenticata la sofferenza che una decisione di questa natura comporterebbe per la comunità ebraica residente nella nostra città: comunità che ancora comprende testimoni diretti dell’Olocausto e delle leggi razziali e numerosi loro familiari. Tanto che, come è noto, dopo che la proposta venne per la prima volta formulata in Consiglio comunale, il responsabile della sezione di Verona dell’Associazione Figli della Shoah, Roberto Israel, diffuse un comunicato che esprimeva la disapprovazione e la sofferenza della comunità.

Signor Prefetto, certi che le nostre osservazioni verranno attentamente valutate e in
attesa di un Suo cortese riscontro, inviamo i migliori saluti.
Con ossequio

Il presidente Alberto Battaggia"

Seguici sui nostri canali