Nomade dalle due identità deve scontare 17 anni di carcere

La donna è stata fermata con una complice, entrambe avevano gli strumenti da ladre d'appartamento

Nomade dalle due identità deve scontare 17 anni di carcere
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La donna è stata fermata con una complice, entrambe avevano gli strumenti da ladre d'appartamento

Erano solo le 08,00 di ieri mattina quando i poliziotti delle Volanti della Questura scaligera, pattugliando le vie del quartiere Golosine, nell’omonima via, hanno incrociato e fermato tre giovani nomadi sottoponendole a controllo.

Gli agenti hanno subito intuito che poteva trattarsi delle cosiddette “pendolari dei furti”, ancorché loro stesse hanno dichiarato di provenire dal campo nomadi di Baranzate di Bollate (MI); ed è così che gli agenti le hanno condotte in Questura per più approfonditi accertamenti, considerato, peraltro, che, all’esito di un primo sommario controllo in strada, una di loro, poi arrestata, è stata trovata in possesso di una scheda in plastica, di quelle utilizzate per aprire le porte delle abitazioni chiuse senza le opportune mandate.

Una volta in Questura la perquisizione personale ha dato esito positivo in quanto una seconda nomade è stata trovata in possesso di una chiave inglese regolabile, celata nel petto, sotto i vestiti; una terza nomade, invece, al termine dei controlli nei suoi confronti risultati negativi, è stata rimessa in libertà.

Gli accertamenti sull’identità personale delle rom, eseguititi attraverso la comparazione delle impronte palmari e digitali, a cura del personale della Polizia Scientifica, hanno consentito di appurare che, con due differenti nominativi/ alias, una delle due nomadi era destinataria di ben 2 provvedimenti giudiziari restrittivi della libertà personale e più precisamente:

- con l’alias MILJAK Vesna, nata a Bollate il 15.3.93, colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Trento – Ufficio del GIP –, in merito ad un furto aggravato in concorso avvenuto nel Comune di Lavis (TN) il 17.9.2016;

- con l’alias STOJANOVIC Vesna, nata a Verbania il 25.1.1989, un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura presso il Tribunale di Bolzano – Ufficio Esecuzioni Penali - da cui emerge che deve espiare la pena residua di anni 17, mesi 4 e giorni 25 di reclusione, oltre al recupero della pena pecuniaria, multa di Euro 4.800,00.

Quando i poliziotti le hanno notificato i due provedimenti giudiziari la nomade ha dichiarato di essere in stato di gravidanza, lamentando un leggero malessere, motivo per il quale è stata subito condotta in Ospedale per le cure del caso. Qui i sanitari, previa accertamento dello stato di gravidanza ai primi mesi, l’hanno dimessa in quanto non susstitevano motivi per il ricovero. Di conseguenza, rientrata in Questura, la donna, assolte le garanzie di legge per l’arresto, è stata traferita presso la Casa Circondariale di Montorio (VR).

I precedenti di polizia e giudiziari della rom arrestata raccontano che sono numerosi gli epidosi di furti, consumati o tentati, per lo più in abitazione, messi a segno dalla stessa, da sola o in concorso, già da minorenne, e con differenti generalità; trattasi quasi esclusivamente di furti perpetrati dal 2000 ad oggi.

A Verona la Polizia di Stato ha messo la parola “fine” all’attività delinquenziale della nomade, assicurandola alla giustizia. Per quanto riguarda, invece, l’altra nomade, essa è stata deferita in stato di libertà per “possesso ingiusitifcato di armesi da scasso”, ovvero della chiave inglese trovatale addosso.

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