Nel tardo pomeriggio di sabato scorso, 13 settembre 2025, i Carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese hanno tratto in arresto in esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere un 37enne italiano, originario di Caprino Veronese, ritenuto responsabile di gravi e reiterati maltrattamenti nei confronti della madre 68enne, convivente (copertina repertorio).
Nonna 90enne chiama i Carabinieri: “Venite a fermare mio nipote”
Il provvedimento nasce da un intervento dei militari effettuato lo scorso venerdì, 12 settembre 2025, quando è giunta alla Centrale Operativa una chiamata effettuata dall’anziana nonna 90enne, madre della vittima, la quale ha chiesto l’immediato intervento delle Forze dell’ordine.
Immediatamente, sono giunti sul posto i carabinieri della Stazione di Caprino Veronese che, dopo aver messo in sicurezza la signora, hanno subito iniziato a costruire il quadro della vicenda, scoprendo una situazione quanto mai esasperata che si protraeva da tempo.
Maltrattamenti che andavano avanti da tempo
La vittima, dopo l’ennesimo episodio di violenza, fisica e verbale, ha deciso, su suggerimento dei Carabinieri, di formalizzare la denuncia e di avvalersi dell’assistenza e del collocamento nel centro antiviolenza del Pronto Intervento Sociale della ULSS9 scaligera.
Mentre il 37enne, già noto alle autorità per condotte aggressive, nonostante l’intervento dei Carabinieri si é mostrato particolarmente irruento anche contro di loro.
Scatta l’arresto
Sulla base delle dichiarazioni raccolte e del grave quadro indiziario ricostruito dai militari dell’Arma, la Procura della Repubblica di Verona ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari l’adozione di un provvedimento urgente.
Il G.I.P. del Tribunale scaligero, accogliendo le richieste dell’Autorità Giudiziaria, ha così disposto l’allontanamento del 37enne dalla casa familiare stabilendo, al contempo, il divieto di avvicinamento alla parte offesa a meno di 500 metri di distanza.
Rifiuta il braccialetto elettronico
Il Giudice per le Indagini Preliminari, inoltre, ha offerto la possibilità di evitare la detenzione in carcere attraverso l’applicazione del braccialetto elettronico, misura meno afflittiva e finalizzata a garantire l’immediato allontanamento dalla casa familiare mantenendo una concreta forma di controllo; tuttavia, in modo del tutto consapevole e intenzionale, il 37enne ha fermamente rifiutato tale opportunità, non accettando l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo.
A tal punto, a fronte del citato rifiuto allo stesso è stata contestualmente applicata la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita con immediatezza dai Carabinieri.
Il soggetto è stato dunque tradotto nella Casa Circondariale “Montorio” di Verona dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Si rappresenta infine che per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.