Contenzioso

Oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e difesa della Denominazione

Le Famiglie Storiche offrono una soluzione per chiudere il contenzioso.

Oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e difesa della Denominazione
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Oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e difesa della Denominazione.

Oltre 160 mila euro per la promozione del territorio

Le Famiglie Storiche mettono a disposizione del Consorzio Vini Valpolicella oltre 160 mila euro per la promozione del territorio e la difesa della Denominazione. Dopo la sentenza sfavorevole della Corte d’Appello l’Associazione, cui aderiscono tredici prestigiose aziende vinicole che producono Amarone, è disposta anche a rinunciare alle due pronunce favorevoli ottenute in sede europea.

La proposta

Il presidente de "Le Famiglie Storiche" , Alberto Zenato harreso noto:

“La nostra proposta offre una soluzione costruttiva e destina risorse al territorio. Per questo ci auguriamo che trovi il consenso delle controparti e rappresenti il primo passo per poter ritornare a parlare di Amarone in cantina e sui mercati e non nelle aule di Tribunale”.

La vicenda

Tutto iniziò cinque anni fa, nel 2015, quando il Consorzio Vini Valpolicella decide di ricorrere contro l’Associazione Le Famiglie Storiche (composta dalle aziende Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant'Antonio, Tommasi, Torre d'Orti, Venturini e Zenato) per il vecchio nome e il vecchio marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”. Il Tribunale delle imprese di Venezia prima, e la Corte d’Appello poi, hanno stabilito che nome e marchio sarebbero contrari al disciplinare dell’Amarone della Valpolicella e hanno inoltre disposto la pubblicazione della sentenza a carico de Le Famiglie Storiche su alcuni quotidiani nazionali. La questione è stata discussa anche in sede europea dove il provvedimento ha però dato esito opposto: l’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo) ha infatti respinto tutte le richieste avanzate dal Consorzio Vini Valpolicella e affermato l’assoluta correttezza del vecchio marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”.

Nel frattempo le tredici aziende, riunite in assemblea a dicembre 2019, hanno elaborato una proposta scritta inviata al Consorzio Vini Valpolicella, che offre la disponibilità a pagare la cifra corrispondente alla pubblicazione della sentenza - quantificata in oltre 160 mila euro - incrementata di un 10-15% dell’importo per un progetto di valorizzazione e protezione della stessa Denominazione “Valpolicella”. Mancando i tempi tecnici per avere un riscontro da parte del Consorzio Vini Valpolicella, l’Associazione ha proceduto, nel contempo, al deposito del ricorso in Cassazione entro la scadenza prevista dai termini di legge, e quindi entro il 30 dicembre 2019.

La proposta

"Le Famiglie Storiche" ribadiscono che, qualora le parti trovassero un accordo, il ricorso verrà ritirato. Inoltre, l’Associazione rinuncerà a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), che hanno affermato invece l’assoluta correttezza del vecchio marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”.

Zenato ha spiegato la volontà dell'associazione:

“Non è infatti nostra intenzione proseguire nella bagarre legale. Anzi, è nostra precisa volontà dare esecuzione alla sentenza veneziana, così come abbiamo fatto fin dal 2017, cambiando il nostro nome ed eliminando dalle bottiglie il bollino delle allora Famiglie dell’Amarone d’Arte”. Vorremmo che la spesa per la pubblicazione, alla quale non ci sottraiamo, fosse impegnata a vantaggio del territorio della Valpolicella, a promozione e difesa della nostra Denominazione o in attività benefiche verso associazioni meritevoli o ancora per scopi culturali come ad esempio in restauri di capolavori danneggiati dall’acqua alta a Venezia”.

Zenato inoltre quantifica:

“Si tratta di una somma superiore ai 160 mila euro, che Le Famiglie Storiche metterebbero a disposizione del Consorzio Vini Valpolicella per finalità più utili e urgenti rispetto alla pubblicazione sui quotidiani che ci sembra superata e priva di utilità pratica, dato che spontaneamente l’Associazione ha deciso già da tre anni di non usare più né il marchio “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, né quel bollino sulle bottiglie, e che la sentenza è ormai ben nota essendo stata riportata dai giornali locali e nazionali”.

L’Associazione fa notare infatti come sia già stato speso fin troppo, da entrambe le parti, per un’evitabile contesa giudiziaria che finisce per pesare economicamente su tutta la filiera.

La situazione attuale

La proposta è stata notificata al Consorzio Vini Valpolicella. “Torniamo a ribadirla nella speranza che trovi seguito”, dichiara Alberto Zenato. L’ente di tutela, infatti, può valutare se trovare un’intesa aldilà degli obblighi imposti dalla sentenza. “Speriamo quindi che il Consorzio Vini Valpolicella con le aziende che hanno partecipato all’azione legale accetti la proposta”, conclude il presidente de Le Famiglie Storiche.

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