Inasprita la pena

Omicidio Carol Maltesi, ci furono premeditazione e crudeltà: ergastolo per Davide Fontana

Riconosciute in Appello le aggravanti della premeditazione e della crudeltà

Omicidio Carol Maltesi, ci furono premeditazione e crudeltà: ergastolo per Davide Fontana
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Stava cercando casa nella Bassa Veronese, per stare vicina al suo amato bimbo di sei anni, che viveva lì con il papà, l'ex compagno. Ma Carol Maltesi non è riuscita in questo intento. Sulla sua "strada", infatti, ha incontrato la furia omicida del reo confesso Davide Fontana, il quale preso da un raptus di gelosia, l'ha uccisa in modo brutale, facendola a pezzi. I

l cadavere mutilato della donna fu trovato, lo ricorderete, nel mese di marzo del 2022 sui monti della bresciana Valcamonica. Ora, però, c'è una novità nell'iter giudiziario a carico dell'omicida, il vicino di casa Fontana. Dopo la condanna a trent'anni di carcere in primo grado, infatti, l'appello ha inasprito la pena. Per lui, come riporta il nostro portale nazionale NewsPrima, sono state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. I giudici l'hanno condannato all'ergastolo.

Omicidio Carol Maltesi, ci furono premeditazione e crudeltà

Era l'11 gennaio 2022 quando a Rescaldina, alle porte di Milano, Fontana, ex bancario 44enne, uccise la vicina di casa ed ex fidanzata Carol Maltesi, 26 anni, smembrandone poi il cadavere e gettandolo in un dirupo in un sacco della spazzatura. Il ritrovamento era avvenuto soltanto un paio di mesi dopo e Carol era stata riconosciuta grazie ai tatuaggi.

Fontana, nei giorni seguenti aveva confessato il delitto.

La condanna in primo grado

In primo grado la Corte d'Assise di Busto Arsizio aveva condannato Fontana a 24 anni di carcere per l'omicidio e a 10 per l'occultamento di cadavere. La pena finale, però, secondo le disposizioni di legge, poteva essere al massimo di trent'anni, e così era stato. A Fontana non erano infatti state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. 

Il pubblico ministero Massimo Gaballo, però, aveva impugnato la sentenza, ricorrendo in Appello.

L'ergastolo in Appello

In Appello, invece, i giudici hanno riconosciuto le aggravanti per Fontana, che è stato dunque condannato all'ergastolo. L'omicida nel frattempo ha chiesto e ottenuto di godere della giustizia riparativa, nuovo provvedimento previsto nella Riforma Cartabia per "riparare" al reato commesso.

Le scuse di Fontana e i risarcimenti

In aula, la giornata si era aperta con le dichiarazioni dell'imputato:

"Ripenso a ciò che ho commesso e provo grande sofferenza. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alla mie azioni e per questo ho chiesto aiuto alle istituzioni".

"Vorrei chiedere ancora scusa a tutti e in particolare ai genitori di Carol e al figlio. Non so se potrò mai essere perdonato per ciò che ho fatto. Darei davvero la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni a cercare di aiutare gli altri".

La Corte d'Appello, inoltre, ha condannato Fontana a risarcire la madre di Carol con 168mila euro (in primo grado la cifra stabilita era di 50.000) e il con 180mila euro il figlio, di soli 7 anni.

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