Massacro in casa

Omicidio premeditato per Edlaine Ferreira, a rivelarlo le conversazioni sui social

Nessuno sconto per la donna su cui pende una triplice aggravante tra cui l'omicidio premeditato per la morte del marito Francesco Vetrioli

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Una ferocità inaudita quella che ha stroncato la vita a Francesco Vetrioli, camionista veronese di 37 anni, per mano della moglie Edlaine Ferreira, appena dopo tre mesi dal matrimonio.

Rivelazioni

Emergono delle affermazioni da parte della donna, Edlaine Ferreira, 36enne di origini brasiliane, su Whatsapp come “Ammazzerò mio marito” nelle chat con le sue amiche. Parole che si sono tramutate in un'orribile realtà la notte del 20 luglio 2022, alle ore 3.30, presso la loro casa a Bussolengo, in via San Valentino, proprio come il nome del santo degli innamorati.

La notte del massacro

Secondo la dinamica dell’omicidio, il marito Francesco è stato colpito alla testa per quattro volte con un martello da carpentiere lungo 30 centimetri che gli ha frantumato le ossa del cranio; ma questo non è bastato alla donna che ha continuato ad accanirsi sul corpo della vittima con una serie di diciotto pugnalate al torace e alla schiena con un coltello da cucina di 10 centimetri.

Richiesto il rinvio a giudizio

“Una violenza inaudita” dalle parole del pm della Procura di Verona Carlo Boranga, il quale ha richiesto il rinvio a giudizio della donna per omicidio volontario con triplice aggravante tra cui premeditazione, stretto rapporto di parentela e minorata capacità di difesa della vittima.

Le tracce di colpevolezza lasciate da Edlaine sui social come video su Tik Tok, profili Facebook e Instagram, chat su Whatsapp e la confisca dei dispositivi elettronici di smarphone e tablet dimostrano agli inquirenti che il suo sia stato un massacro premeditato in base alle conversazioni in chat della donna.

Non è servito a molto per i suoi avvocati, Maurizio e Filippo Milan di Verona, appellarsi all’infermità mentale in quanto, dagli esami psichici, sia risultata totalmente in grado di intendere e di volere, anche durante l’atto cruento. Pertanto, data l’accusa di premeditazione, con molta probabilità la 36enne, che si era costituita confessando il suo crimine, sarà processata in Corte d’Assise rischiando la pena massima di ergastolo.

Secondo la testimonianza agli inquirenti, nelle ore successive all’omicidio. la donna avrebbe descritto suo marito come un uomo violento, nel tentavo di giustificarsi e difendersi.

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