Omicidio Sharon Verzeni, minacce arrivate da Verona all’avvocato dell’assassino: “Lascia la difesa o ti ammazzo”
La lettera è stata recapitata il 18 settembre scorso a Giacomo Maj, difensore di Moussa Sangare in carcere per aver ucciso la giovane tra il 29 e il 30 luglio 2024 nel Bergamasco
L’avvocato Giacomo Maj, difensore di Moussa Sangare – il 31enne reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni avvenuto lo scorso 30 luglio 2024 in provincia di Bergamo– ha ricevuto una lettera intimidatoria firmata e giunta da Verona il 18 settembre scorso.
Omicidio Sharon, minacce arrivate da Verona all’avvocato dell’assassino
Una lettera di minacce, scritta al computer, firmata e in busta chiusa, è stata recapitata da Verona il 18 settembre scorso all'avvocato Giacomo Maj, difensore di Moussa Sangare: il 31enne di origini africane, reo confesso, in carcere per l'omicidio di Sharon Verzeni commesso nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, nel Bergamasco.
"Molti immigrati assassini l'hanno fatta franca con finti disturbi mentali spinti da avvocati senza scrupoli - si legge - Anch'io sono infermo di mente, ho una grave forma di psicosi".
E infine, l'invito a lasciare la difesa:
"Una mattina verrò a trovarla nello studio e se lei continua a difendere questo topo di fogna io le spacco la testa davanti a tutti i suoi colleghi dell'ufficio. I giudici sono gente civile, diranno che sono incapace di intendere e di volere. Io lascio stare te e la tua bella famiglia. Quell'uomo deve crepare in carcere".
La notte del 30 luglio 2024
Moussa Sangare, come spiegato da Prima Bergamo, dopo aver passato la serata con degli amici in un parco era tornato a casa, dove aveva preso un coltello ed era uscito con la sua due ruote, diretto a Terno.
Arrivato in zona, aveva deciso di prendere di mira Sharon, che se ne andava in giro ascoltando la musica con le cuffiette, ignara di ciò che stava per accadere.
Il 31enne aveva poi fatto inversione con la bicicletta, l'aveva afferrata alle spalle e virato un primo colpo con la lama, diretto al cuore.
Con sua sorpresa, però, era rimbalzata contro lo sterno. Dopo, lei aveva tentato di scappare, ma era riuscita a fare pochi passi perché, mentre era in movimento, il killer l'aveva ferita con altri tre fendenti alla schiena per poi darsi alla fuga.
Se le dinamiche sono apparse più chiare dopo il colloquio con il gip, ancora oscure appaiono invece le cause che hanno portato Moussa a commettere un assassinio tanto efferato. Sangare, durante il colloquio con il magistrato, aveva parlato di un "feeling" che lo avrebbe costretto a fare "qualcosa di male" senza quindi un bersaglio preciso.
Solidarietà da AIGA
L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga) ha espresso piena solidarietà a Maj, condannando fermamente l’attacco:
“Questi atti non minacciano solo il singolo professionista, ma la categoria tutta e il diritto costituzionale alla difesa, pilastro della nostra democrazia" - ha affermato il presidente Carlo Foglieni.
Aiga ha inoltre sottolineato la pericolosa tendenza a confondere il ruolo dell’avvocato con le azioni dell’assistito, una distorsione amplificata dall’attenzione mediatica dei processi.