Verona

Operanzione AGSM: ordinanza del TAR Lombardia che sospende la fusione tra AEB e A2A

I giudici rimarcano come l’esperimento di una procedura ad evidenza pubblica costituisca un prerequisito necessario ed essenziale per la selezione di un partner industriale da parte di un gestore di servizi pubblici locali.

Operanzione AGSM: ordinanza del TAR Lombardia che sospende la fusione tra AEB e A2A
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Una decisione che potrebbe mettere la parola "fine" alla fusione.

Una decisione inaspettata

E' stata pubblicata ieri, venerdì 26 giugno 2020 un’ordinanza del TAR per la Lombardia che, sospendendo la fusione tra AEB e A2A, di fatto dovrebbe mettere la parola “fine” all’opaco percorso di integrazione tra Agsm e la stessa A2A. I giudici, infatti, rimarcano esplicitamente come l’esperimento di una procedura ad evidenza pubblica costituisca un prerequisito necessario ed essenziale per la selezione di un partner industriale da parte di un gestore di servizi pubblici locali che apra il proprio capitale ad altri soggetti.

Gli elementi non sono idonei

Secondo quanto si apprende dall'ordinanza, il Tribunale amministrativo sottolinea anche come gli elementi valorizzati dal piano strategico e dal piano industriale congiunto non siano idonei a giustificare l’infungibilità dell’operatore economico individuato senza confronto competitivo.

Numerose analogie

Grande soddisfazione da parte dei Past President Agsm, Michele Croce e Gian Paolo Sardos Albertini che spiegano:

"Ricordiamo che l’infungibilità, da noi sempre contestata, è anche la supposta ragione fondante della scelta di A2A da parte di Agsm. Siamo soddisfatti di questa pronuncia. E non solo perché nel procedimento lombardo siamo intervenuti 'ad adiuvandum' proprio per illustrare ai giudici le tante analogie con quanto sta accadendo tra Agsm Verona-Aim Vicenza e la stessa A2A, ma soprattutto perché ora è davvero imprescindibile, da parte dei vertici di Agsm, l’abbandono di ogni via che non sia quella della gara a evidenza pubblica".

La via percorribile? La gara pubblica

Croce e Albertini puntualizzano:

"Di certo non basta promuovere una consultazione informale come è stato fatto: si tratta di una 'foglia di fico' del tutto insufficiente a coprire scelte scellerate che ci si è ostinati a portare avanti anche quando la loro infondatezza dal punto di vista legale era palese. Lo ribadiamo con decisione: l’unica via legalmente percorribile è quella della gara ad evidenza pubblica. I cittadini hanno il diritto di non vedere svenduto in un modo poco trasparente un asset fondamentale a chi, pur di dimensioni rilevanti, non ha alcuna conoscenza del nostro territorio".

Dimostrare trasparenza

I Past President Agsm hanno concluso:

"Noi, come già per altro fatto con i ricorsi presentati nelle scorse settimane e le relative diffide, siamo pronti ad esperire ogni azione necessaria affinché ciò non accada. Per dimostrare la diversa trasparenza del nostro approccio, in allegato trasmettiamo la versione integrale dell’ordinanza del Tribunale Amministrativo per la Lombardia".

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