Padova, prete costretto a dimissioni dopo essersi scagliato contro i rom e a favore della legittima difesa
I fedeli protestano contro la rimozione.
Prete "scomodo" costretto alle dimissioni
Sta facendo discutere la vicenda di don Marino Ruggero, 54 anni, che non è più il responsabile della comunità di San Lorenzo di Albignasego, centro di oltre 25 mila abitanti alla periferia sud di Padova. E' stato costretto a dimettersi dal suo ministero su pressioni della curia della città del Santo. Sulla sua pagina Facebook ha spiegato: «Cari amici, ho dato liberamente le dimissioni in accordo con il vescovo Cipolla. E le ho date proprio perché desidero che sia fatta verità. Quindi vi chiedo di rispettare la mia scelta e di evitare ulteriori commenti sui social. Grazie».
Le posizioni drastiche di don Marino
Tra i fedeli serpeggia il dubbio che le dimissioni forzate del sacerdote siano dovute alle sue posizioni poco ortodosse. Don Marino si era più volte dichiarato favorevole alla legittima difesa e aveva espresso critiche aspre riguardo ad una copertina di Famiglia Cristiana. Netta anche la sua presa di posizione contro i rom: "Chi li vorrebbe sotto casa propria?" aveva scritto nel bollettino parrocchiale della comunità di San Lorenzo.
I fedeli sono con il loro parroco
"Negli ultimi due anni, proprio grazie a don Marino, la nostra comunità è tornata viva, accogliente e pronta a fare fronte comune per il bene di tutti", raccontano i parrocchiani che si sono schierati fin da subito con la loro guida spirituale. Il vicario generale della Diocesi, monsignor Giuliano Zatti al termine della funzione religiosa di sabato scorso, celebrata in una chiesa gremitissima, ha promesso di chiarire nei prossimi giorni i motivi dell’allontanamento del parroco. "Nell’ultimo anno — ha spiegato Zatti — sono giunte all’attenzione del vescovo Cipolla varie segnalazioni a carico di don Marino relative a comportamenti personali non conformi allo stato clericale, che hanno consigliato l’apertura di un’indagine. E dopo aver raccolto ulteriori elementi, il vescovo Cipolla ha ritenuto di non poter soprassedere". Si vocifera di frequentazioni "spinte" da parte del sacerdote ma nessuno tra i suoi fedeli crede a questa versione: tutti stanno dalla parte del loro don.