Padre Agostino a 84 anni torna in Kenya

«Dopo 49 anni mi hanno invitato a riposare ma ho deciso di non fermarmi perché voglio donare la mia vita agli altri fino in fondo»

Padre Agostino a 84 anni torna in Kenya
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«Dopo 49 anni mi hanno invitato a riposare ma ho deciso di non fermarmi perché voglio donare la mia vita agli altri fino in fondo»

Papa Francesco sin dagli inizi del suo mandato ha spinto per far sì che i sacerdoti fossero dei veri e propri sacerdoti d’uscita, capaci di spendersi per comunicare il Vangelo a tutti, soprattutto agli ultimi e ai più bisognosi. In una sua celebre frase dice: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».

Chi certamente vive questa vocazione sono i missionari e padre Agostino Zanotto dopo ben 49 anni in Africa non vuole fermarsi e smettere di evangelizzare. Dopo essere tornato un anno fa, spinto dal suo superiore a prendersi un po’ di tempo per riposare, ha deciso di ritornare, a 84 anni nella terra dove ha vissuto gran parte della sua vita di sacerdote missionario comboniano. Ospite dalla sorella Lina, ha aperto le porte della sua stanza per raccontare questa sua esperienza di vita. «Appena sono stato ordinato sacerdote mi ha spedito in Spagna.Padre Favè da San Sebastien mi invita ad andare a Madrid per un compito speciale: creare una rivista per la pastorale familiare». Dopo 7 anni in terra iberica, inizia la sua missione africana: «Il generale mi disse: “Visto che sai lo spagnolo vai in America” ma io ho risposto che volevo solo l’Africa». Da vero comboniano sentiva che la sua vocazione erano le terre africane.

«Mi hanno mandato in Uganda. Le due tribù dominanti erano in lotta ed il dittatore Amin, dopo sei anni voleva che me ne andassi. In 24 ore ero ad Arua e da quel momento è partita la mia missione in Kenya». Padre Agostino è stato il primo comboniano ad approdare in Kenya: «Dopo esser stato un mese e mezzo in Tanzania ad imparare la lingua, la prima cosa che ho fatto è stata creare un libro di preghiere per la popolazione. Sono cresciuto con un’idea comboniana: non abbiamo una regola ma dobbiamo adattarci alla cultura e alla lingua delle diverse tribù e così ho fatto». Dopo 20 anni viene trasferito a Marsabit come direttore della pastorale dove rimane per altri vent’anni. Qui collabora con il vescovo Ambrosio Ravasi e con padre Tablino e realizza volumi per la formazione di catechisti e famiglie ed una casa per i disabili.

«Dopo 49 anni – precisa Agostino – mi hanno invitato a tornare per riposare. Io ho detto “Perchè?”». Una domanda che trova la spiegazione nella storia di Comboni: «Ho deciso di tornare perchè lo stesso Comboni disse: “fino alla fine”. Anch’io voglio donarmi totalmente fino in fondo. Una croce, quella dell’Africa che desidero portare sino alla fine». Domenica nelle omelie ha salutato i paesani rivolgendogli un sentito ringraziamento: «Vi voglio ringraziare con tutto il cuore per tutto quello che avete fatto per il mio lavoro e per la mia gente dell’Africa. Grazie, grazie davvero».

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