E' un vicentino

Parco della Lessinia, beccato il cacciatore di frodo che "sterminava" gli animali nell'area protetta

In congelatori e pronta al consumo una gran quantità di spoglie di fauna selvatica priva della necessaria attestazione di legittima provenienza

Parco della Lessinia, beccato il cacciatore di frodo che "sterminava" gli animali nell'area protetta
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Operazione antibracconaggio della Polizia Provinciale di Vicenza con Carabinieri Forestali di Tregnago e Guardiaparco del parco della Lessinia: caccia di frodo nell'area protetta.

Parco della Lessinia, beccato il cacciatore di frodo che "sterminava" gli animali nell'area protetta

Un’importante operazione di antibracconaggio è stata brillantemente portata a termine dal Servizio Guardiaparco del Parco Naturale Regionale della Lessinia, dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Tregnago e dagli agenti della Polizia Provinciale di Vicenza, volta a punire un grave episodio di caccia di frodo praticato nel cuore del Parco della Lessinia ovvero nell’area della Foresta Demaniale Regionale di Giazza, in Comune di Selva di Progno (VR).

L’indagine è iniziata nel mese di ottobre 2022 quando le fototrappole del Parco, installate a fini di monitoraggio faunistico, riprendevano un bracconiere in attività di caccia con fucile e cane da ferma nei pressi della località Malga Terrazzo, una delle zone dell’Area protetta di più elevato valore naturalistico e faunistico. La lunga e complessa attività investigativa ha permesso di identificare in A.F. l’autore del grave gesto, un cacciatore vicentino residente in un comune vicentino limitrofo all’area Parco. Si è quindi proceduto all’esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Verona nei suoi confronti.

Durante la perquisizione sono stati ritrovati, infatti, l’arma, il cane e l’attrezzatura utilizzata durante l’attività di bracconaggio. Sono stati inoltre scoperti una carabina modificata con l’installazione di un silenziatore artigianale e una gran quantità di spoglie di fauna selvatica priva della necessaria attestazione di legittima provenienza riposta in congelatori e pronta al consumo, tra i quali due esemplari di fagiano di monte (Lyrurus tetrix), carne di capriolo in tranci appartenente ad almeno due esemplari, quattro lepri e vari trofei di camoscio alpino e capriolo.

Il bracconiere dovrà rispondere dei reati di introduzione di armi non autorizzata e caccia all’interno del Parco della Lessinia, previsti e puniti dall’art. 30 della legge 394/91 e dall’art. 30 lettera d) della legge 157/92 con pene fino a sei mesi di arresto o 12.000 euro di ammenda, nonché di detenzione di arma alterata, previsto e punito dall’articolo 3 della legge 110/75 con pene fino a 3 anni di reclusione e multa fino a 1.000 euro, e illecita detenzione di fauna selvatica previsto e punito dall’articolo 30 lettera g) della legge 157/92 con pene fino a 3.000 euro di ammenda.

L’operazione consente in particolare di reprimere una letale attività di bracconaggio praticata nel Parco della Lessinia nei confronti di una specie di elevato valore conservazionistico quale il fagiano di monte, già minacciato dai cambiamenti climatici e dalla frammentazione e perdita di habitat, per la quale la salvaguardia garantita dall’area protetta è di vitale importanza.

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