Furti in città

Passamontagna e grimaldelli nell'auto: la banda dei serbi era pronta a colpire

La Polizia di Stato ha ottenuto il foglio di via per quattro soggetti di origini serbe in possesso di materiale atto allo scasso. Durante l'arresto, i messaggi per organizzare una presunta attività illecita

Passamontagna e grimaldelli nell'auto: la banda dei serbi era pronta a colpire
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Nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 marzo 2024, le volanti della Polizia di Stato hanno intercettato in via IV Novembre un 43enne di origini serbe in fuga ai controlli degli agenti per poi scoprire che, proprio in quel momento, si stava organizzando un’operazione illecita fissata per le ore 4 della mattina.

La fuga

È successo a Verona, quando gli agenti, nell’ambito di un controllo, hanno bloccato il 43enne serbo che alla vista dei poliziotti è scappato a piedi in direzione di Lungadige Cangrande. Celere è partita la segnalazione da parte della Sala Operativa della Questura che ha permesso di intercettare un’auto in sosta dalla targa svizzera in via Arsenale.

Non appena una volante ha cercato di accostarsi, l’auto si è allontanata imboccando Lungadige Cangrande in direzione di Ponte Risorgimento e alimentando così i sospetti negli agenti i quali hanno intimato al conducente di fermarsi: a bordo del veicolo tre soggetti di origini serbe tra i 35 e i 43 anni di età assieme al 43enne che poco prima era scampato ai controlli.

A seguito di una verifica alla banca dati è emerso che sul gruppo gravava un mandato di rintraccio urgente da parte della Polizia di Stato di Firenze per reati di ingenti furti compiuti nel capoluogo toscano. Difatti, all’interno del veicolo sono stati rinvenuti oggetti che non lasciano alcun beneficio del dubbio tra cui: grimaldelli, passamontagna, guanti in pelle di colore nero e altro materiale normalmente utilizzato per lo scasso.

La chat col complice

Proprio in quel momento, sul cellulare del 43enne visto correre in via IV Novembre stavano giungendo dei messaggi in lingua inglese, da cui gli agenti hanno colto uno scambio di informazioni con un altro soggetto per organizzare un’attività non meglio specificata poco dopo le quattro del mattino.

Grazie alla posizione condivisa sulla chat di WhatsApp, il complice è stato rintracciato poco dopo in Lungadige Rubele. Qui, alle domande dei poliziotti, il 45enne anch’esso di nazionalità serba ha subito negato di conoscere o di aver avuto contatti con gli altri soggetti fermati, mostrando loro il cellulare.

La svolta

Nel mentre che tentava di giustificarsi, eludendo gli agenti, la loro attenzione è stata colta dalla suoneria di un secondo cellulare tenuto nell’abitacolo dell’auto: a quel punto, visibilmente agitato, ha tentato ancora una volta di ingannarli dichiarando di non essere a conoscenza della presenza di altri telefoni all’interno dell’auto.

Al ritrovamento del cellulare nascosto, non è più stato possibile per il 45enne continuare a negare l’evidenza, così i quattro sono stati condotti in Lungadige Galtarossa per gli accertamenti del caso, e a loro carico è scattato il Foglio di Via obbligatorio del Questore; nei confronti del titolare dell’auto anche una denuncia per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso.

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