Pendolaria 2019, la Verona-Rovigo fra le peggiori d'Italia

I problemi segnalati da studenti, lavoratori e turisti, sono sempre gli stessi.

Pendolaria 2019, la Verona-Rovigo fra le peggiori d'Italia
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Pendolaria 2019, la Verona-Rovigo fra le peggiori d'italiano.

Pendolaria 2019, la Verona-Rovigo fra le peggiori d'Italia

L’entrata in vigore dell’orario ferroviario invernale racconta, ogni anno, il cambiamento in termini di quantità  qualità dei treni in circolazione e di conseguenza degli effetti sulla vita quotidiana dei pendolari di tutta Italia. Legambiente con la sua campagna Pendolaria ogni anno a questo appuntamento presenta un dossier con quelle che sono le 10 linee peggiori, ossia le situazioni, in diverso modo, emblematiche per capire da dove si dovrebbe partire per rilanciare l'offerta ù di trasporto pubblico su ferro, con beneficio in termini di meno inquinamento e meno congestione nelle
nostre città, ma anche di qualità della vita e ridotta spesa per le persone. Per Legambiente è fondamentale occuparsi di quei pendolari che ogni giorno prendono questi treni e che sono circa 3
milioni. Lo è per una ragione molto concreta e di idea del Paese: su alcune di queste linee malgrado l’affollamento dei convogli la situazione non vede miglioramenti, in altre continua a peggiorare e sempre più persone abbandonano i treni proprio perché li trovano sempre più affollati, vecchi e con continue cancellazioni.

La Verona-Rovigo al decimo posto

Sulla Verona-Rovigo troppo poco è stato fatto perché, su questa tratta ferroviaria di 96,6 km che collega due capoluoghi di provincia ed uno snodo importante come quello di Legnago, il servizio vede ancora il passaggio solamente di 12 coppie di treni al giorno mentre nel 2012 se ne contavano 14. La linea è gestita da Sistemi Territoriali, azienda controllata dalla Regione del Veneto, ed è a binario unico se non per due piccoli tratti (per un totale di 15 km). I problemi segnalati da studenti, lavoratori e turisti, sono sempre gli stessi: poche corse, mezzi
obsoleti, ritardi ed abbandono delle piccole stazioni spesso sprovviste perfino
delle tabelle che indicano gli orari. Per
fare un confronto con il passato, 17 anni
fa il treno più veloce ci mettevo 1 ora e
25 minuti, oggi impiega 16 minuti in più.
I problemi sono davanti agli occhi di tutti
con tempi di percorrenza lunghi (55 km/h di media) e l’inadeguatezza dell’infrastruttura, ancora non elettrificata. Anche nel corso del 2019, in special modo con l’introduzione dell’orario estivo, si sono verificati disagi, con alcune corse tagliate (sette complessive) e, di conseguenza, treni sovraffollate. La Regione aveva promesso l’arrivo di 10 nuovi convogli per il 2019 mentre ne sono arrivati solamente 2 ad inizio anno, treni regionali veloci, che però senza il completamento dell’infrastruttura sono ancora alimentati a diesel. Alcuni miglioramenti sono stati registrati anche per l’indice
di gradimento sulla qualità percepita cha dall’84,7% è passato al 91,5%, riferito in particolare alla puntualità ed alla pulizia dei treni regionali. Molto da fare rimane per rendere il servizio davvero efficiente, veloce e competitivo nei confronti della gomma.

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