Violenza di genere

Picchia la fidanzata e lei lo lascia, ma poi comincia l'incubo: oltre alle botte, anche minacce di morte

Lei è stata costretta a cambiare atteggiamenti e abitudini per evitare altre violenze. Quando la situazione ha raggiunto il limite, lei lo ha denunciato: 23enne arrestato per atti persecutori

Picchia la fidanzata e lei lo lascia, ma poi comincia l'incubo: oltre alle botte, anche minacce di morte
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Non accettava la fine della relazione con la fidanzata. Per questo, in più occasioni ha iniziato a tenere comportamenti molesti e aggressivi - verbali e fisici - nei suoi confronti. Grazie alla denuncia sporta dalla vittima, però, il giovane, un marocchino di 23 anni già noto alle Forze dell’Ordine per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Verona con l’accusa del reato di atti persecutori.

La lite in centro a Verona

È accaduto nel tardo pomeriggio di qualche giorno fa. Gli agenti delle Volanti sono intervenuti a seguito della segnalazione, giunta alla Sala Operativa, di una violenta lite in corso tra un ragazzo ed una ragazza in un’area nel centro storico della città scaligera. Giunti sul posto, gli operatori di polizia hanno immediatamente constatato la presenza dei due soggetti ancora coinvolti nella lite, al punto da essere costretti a intervenire per separarli.

Una relazione morbosa, lei lo lascia

Dai primi riscontri, è emerso che i due avevano iniziato una relazione ben presto diventata morbosa da parte del ragazzo, il quale più volte aveva picchiato la fidanzata, probabilmente per ragioni di gelosia. A causa di tali atteggiamenti, pertanto, la giovane ha interrotto la relazione.

Ma l'incubo continua

Il ragazzo marocchino, non rispettando tale decisione, ha iniziato a pedinare l’ex fidanzata e, in numerosi episodi, ad usare violenza fisica, colpendola ripetutamente con schiaffi, pugni e calci, e ad insultarla e minacciarla gravemente. Il ragazzo, inoltre, l’ha tempestata di telefonate e messaggi anche con propositi omicidiari.

Tali azioni hanno pesantemente condizionato la vita della giovane ragazza, tanto da costringerla a cambiare il suo comportamento e le sue abitudini.

La denuncia

Il 23enne ha creato in lei uno stato mentale di paura e di ansia perenne tali da indurla a denunciare i fatti, temendo per la sua incolumità.

L’epilogo quando gli agenti delle volanti sono intervenuti e hanno condotto in sede il giovane, che peraltro non è stato in grado di esibire documenti idonei alla sua identificazione. La giovane donna, a sua volta, si è recata in Questura per sporgere formale denuncia-querela.

L'arresto

Alla luce degli elementi raccolti, delle dichiarazioni della vittima e dei testimoni che sono stati sentiti, della condotta tenuta dal giovane marocchino – rilevata chiaramente anche dagli operatori di polizia intervenuti per interrompere la lite – e al termine degli accertamenti effettuati, informato prontamente il Pubblico Ministero di turno, il 23enne marocchino è stato arrestato per atti persecutori e accompagnato nella casa circondariale di Montorio in attesa dell’udienza di convalida.

Nella mattinata di lunedì 30 giugno 2025, il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere.

Si precisa che la responsabilità penale di ciascuno si considera accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

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