A Verona

Più di 300 persone al sit-in per ricordare Moussa Diarra. Indagato per eccesso colposo di legittima difesa il polfer

All'evento, organizzato dall'associazione Paratodos in zona Porta Nuova, hanno partecipato cittadini e altre comunità

Più di 300 persone al sit-in per ricordare Moussa Diarra. Indagato per eccesso colposo di legittima difesa il polfer
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L'agente della Polfer che domenica 20 ottobre 2024, alla stazione di Verona, ha sparato e ucciso il 26enne Diarra Moussa, che lo stava aggredendo con un coltello, risulta ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

In sostanza, la procura è sicura che l'agente abbia agito per legittima difesa, ma vuole accertare se la sua condotta sia stata proporzionata.

Intanto per il poliziotto della Ferroviaria arriva anche il sostegno del capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, che si è detto a disposizione per la tutela morale, legale e ogni forma di assistenza per l’agente .

Intanto, a Porta Nuova si è tenuto un sit-in per ricordare il migrante del Mali. Presenti diverse associazioni, amici e parenti del giovane.

Più di 300 persone al sit-in per ricordare Moussa Diarra

In tanti si sono recati ieri sera alla stazione di Verona Porta Nuova per ricordare con mazzi di fiori Moussa Diarra, 26enne del Mali.

L’episodio è accaduto domenica di prima mattina. Il giovane, in evidente stato di disagio, avrebbe tentato di aggredire tre poliziotti della Polfer con un coltello, uno dei quali gli ha esploso contro tre colpi di pistola, uno dei quali mortale.

Lo strazio del fratello davanti all’immagine di Moussa che non c’è più e tante lacrime degli altri ospiti dell’associazione Paratodos. Un ritrovo commemorativo davvero toccante, anche per chi Moussa non l'ha mai conosciuto.

Il fratello di Moussa Diarra

Dalla piazza, la richiesta di un’indagine che faccia piena luce.

Chi conosce Moussa non crede che quella notte brandisse un coltello. Intanto le opposizioni di centro destra, che si sono scagliate contro i migranti e le politiche giudicate troppo permissive della Giunta guidata dal sindaco Damiano Tommasi, hanno chiesto in Consiglio Comunale le dimissioni dell’assessora alla Sicurezza Zivelotti. 

La sera del 20 ottobre

"Moussa Diarra - si legge nel comunicato di Procura e Questura - durante la notte del 20 ottobre 2024 è stato autore di una serie di danneggiamenti e violenze. In particolare, le telecamere cittadine lo hanno ripreso poche ore prima della tragedia mentre, sempre armato di coltello, stava aggredendo degli operatori della Polizia Locale che sono stati costretti ad allontanarsi e chiedere supporto per sfuggire alla sua furia.

Tornato nella stazione di Verona Porta Nuova, aveva ripreso le sue azioni violente arrivando a scagliarsi anche contro un operatore della Polizia ferroviaria che, aggredito da posizione ravvicinata, ha esploso tre colpi in rapida successione, uno dei quali ha attinto al petto lo straniero.

Lo stesso poliziotto ha disperatamente tentato di rianimare l’uomo ferito, che purtroppo è deceduto pochi minuti dopo".

La salma del 26enne del Mali coperto da un telo bianco

Indagato per eccesso colposo di legittima difesa il polfer

Sulla vicenda sono ancora in corso le indagini della Procura della Repubblica di Verona con il Pubblico ministero Maria Diletta Schiaffino. Al vaglio tutte le immagini registrate dalle numerose telecamere presenti nella zona.

"L’indagine - conclude la nota delle autorità - potrà quindi avvalersi di riscontri oggettivi che saranno fondamentali per una ricostruzione completa ed imparziale di quanto accaduto".

Fonti della Questura di Verona escludono che possa essersi trattato di un atto di terrorismo. I testimoni dell'accaduto, infatti, hanno raccontato di un soggetto in stato di alterazione.

Intanto, il poliziotto che ha sparato i colpi a Moussa è ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa. A tal proposito, si è espresso l'avvocato del polfer, Matteo Fiorio:

"Non aveva alternative. Abbiamo valutato che era stato opportuno rilasciare subito l'interrogatorio perché non c'era motivo di aspettare, visto che i fatti comunque erano chiari e lui se li ricordava bene. Ora lasceremo fare alla procura il suo lavoro e la raccolta del quadro probatorio completo, poi faremo le nostre valutazioni”.

I messaggi di cordoglio

Un vicenda che ha fortemente toccato l'intera comunità veronese. Non sono mancati messaggi di solidarietà e di vicinanza alla famiglia di Moussa, ma anche parole di sgomento di chi, come l'Assessore alle Politiche giovanili e di partecipazione Jacopo Buffolo, non tollera di strumentalizzare la tragedia del 26enne per seminare parole di odio.

"Quella che ieri ha vissuto la nostra città è stata una tragedia, e per questo merita il nostro cordoglio: una vita è stata spezzata, un ragazzo di 26 anni, Moussa Diarra, è morto.
Questo non può che portarci a una riflessione su cosa significhi morire a quell’età e su cosa possa portare a eventi simili. Nessuna strumentalizzazione da parte dei seminatori d’odio può essere tollerata.
Non è responsabilità della politica sostituirsi alla giustizia, ma lavorare per garantire un futuro giusto e sicuro per tutte e tutti. Agli sciacalli che ci chiedono di scegliere tra la solidarietà umana a Moussa e la collaborazione con le istituzioni preposte a garantire la sicurezza, rispondiamo che le due posizioni non si escludono e non si devono escludere.
Mi rammarico nel vedere che, di fronte all’invito al cordoglio e alla commemorazione collettiva di un ragazzo di 26 anni, si preferisca spostare l’attenzione su altro. È proprio chi sposta l’attenzione sulla sicurezza che ha la responsabilità di non governare i fenomeni migratori e che investe più di 800 milioni di euro in campi di detenzione in Albania, o chi, in Regione Veneto, continua a tagliare sulla salute mentale.
Questa sera siamo qui per assumerci la nostra parte di responsabilità, come facciamo ogni giorno. Perché la nostra società ha un immenso bisogno di sapersi prendere cura gli uni degli altri. Un immenso bisogno di umanità."

Parole di affetto e di cordoglio arrivano anche dall'associazione Ronda della Carità di Verona. 

"𝐂𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚𝐢 𝐌𝐨𝐮𝐬𝐬𝐚, 𝐞𝐜𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚𝐢!
Timido, sempre sorridente, gentile e rispettoso.
Mai una parola di troppo durante i nostri incontri.
Un lavoratore, regolare.
Triste e schivo negli ultimi tempi, non siamo stati capaci a sufficienza di essere quella comunità che rasserena e supporta gli amici nelle difficoltà.
Non sappiamo che cosa sia successo nella tua mente sabato sera, siamo solo certi che non doveva accadere di morire ammazzati da un colpo di pistola al petto.
Ora è il tempo del dolore e della vicinanza ai tuoi amici e a tutti i ragazzi che provano con caparbietà e determinazione ad aggrapparsi al sogno di costruirsi una vita in Italia, nella legalità. Un pensiero e un abbraccio di pace a tutte le Persone dolorosamente coinvolte."

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Un episodio simile nel Trevigiano

A poche ore di distanza da quanto accaduto a Verona, un episodio molto simile si è verificato anche a Vittorio Veneto, nel Trevigiano.

Qui un 37enne ubriaco, nella serata di domenica 20 ottobre 2024, è sceso in strada armato di coltelli, iniziando a minacciare i passanti e creando una situazione di panico totale.

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