Precipita dalla finestra e si pensa al suicidio, un anno dopo la svolta: a processo il compagno
A dare impulso al processo sarebbe stato l'audio di un filmato registrato da un impianto di videosorveglianza.
La prima ipotesi era stata quella di un gesto volontario. Un suicidio, in altre parole, così era stata "derubricata" la tragedia che si era consumata il 30 gennaio 2022 a Riva del Garda in via Fiume. A perdere la vita era stata la 47enne Maria Rosca, troppo gravi, infatti, le ferite riportate in seguito alla caduta. Una tragedia, dunque, niente di più per circa un anno. Poi, in modo del tutto inatteso, le indagini hanno preso una piega inaspettata. E la notizia è molto recente.
Precipita dalla finestra e si pensa al suicidio, un anno dopo la svolta: a processo il compagno
Quelle urla percepite distintamente dai vicini, le parole del compagno che non avevano convinto poi più di tanto, insomma, alcuni punti oscuri hanno portato il Pm a voler approfondire la vicenda. E la tragedia ha preso i contorni di un giallo. Un mistero che potrebbe però essere presto svelato. Sì, perché ci sarebbe un filmato decisivo. Oltre alle immagini registrate da un impianto di videosorveglianza, ci sarebbe l'audio. Suoni che hanno spinto il pubblico ministero a chiedere il rinvio a giudizio del compagno che ora risulta indagato per omicidio volontario.
La tragedia si era consumata, lo si ricorderà, intorno alle 22.30. Una domenica apparentemente come tante altre di fine gennaio. Ma a un certo punto il suono sordo e cupo, un tonfo, aveva attirato l'attenzione dei vicini. Una volta sul posto la tragedia si era disvelata di fronte agli occhi increduli dei residenti della zona. Lì, sulla strada, c'era il corpo della 47enne Maria Rosca. Il suo corpo era precipitato dal terzo piano. La donna era gravissima e poche ore dopo, in ospedale, è deceduta lasciando tre figli e il compagno. La notizia, inutile dirlo, aveva letteralmente travolto la comunità.
Le parole del compagno, che si trovava con lei nell'appartamento al momento della tragedia, non avevano del tutto convinto. Si era contraddetto più volte nel ricostruire la vicenda, e poi il suo corpo presentava alcuni segni. Da quel momento le indagini serrate degli inquirenti hanno fatto cerchio intorno al convivente, portando via via a galla sempre più l'ipotesi di una morte provocata, piuttosto che di una tragica fatalità o di un gesto volontario. Una morte arrivata dopo una violentissima lite.