Guardia di Finanza

Presunte tangenti per appalti Anas, perquisizioni nella sede dell'A4 di Verona

Si indaga per corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio. Nel veronese accertamenti sull'appalto relativo alle barriere sul tratto dell'A4 Brescia-Soave

Presunte tangenti per appalti Anas, perquisizioni nella sede dell'A4 di Verona
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La Procura di Milano indaga per corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio, riguardo le modalità di assegnazione di alcuni lavori da Anas a ditte esecutrici per 400 milioni. Gli inquirenti ipotizzano un giro di tangenti pagate in cambio di appalti sui lavori stradali che riguardano la Lombardia e il Nord-Est Italia.

Perquisizioni della Guardia di Finanza in corso anche nella sede dell'A4 in via Flavio Gioia 71 a Verona.

Tra gli indagati ci sarebbe anche Alberto Brentegani, consigliere di amministrazione dell'Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa (in copertina: autostrada A4 uscita Soave).

Presunte tangenti per appalti Anas

I primi dettagli dell'inchiesta per presunte tangenti sono stati resi noti nella mattinata di giovedì 3 ottobre 2024, dopo che il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, delegato dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi e dall'aggiunta Tiziana Siciliano, ha dato il via a una serie di perquisizioni ed acquisizioni tra Roma, Milano, Verona e Torino.

Le Fiamme Gialle, oltre ai controlli nelle sedi Anas, si sono presentate a Torino negli uffici del Consorzio Stabile Sis, dove c'è stata solo un'acquisizione di documenti, e anche a Verona nella sede della società concessionaria del tratto autostradale tra Brescia Ovest e Padova Est.

Nove persone finite sotto indagine.

Tra questi ci sono i fratelli Stefano, Luigi e Marco Liani, il primo ancora manager di Anas e gli altri due usciti per dar vita ad un gruppo di costruzioni, anch'esso perquisito. Sotto la lente degli inquirenti anche la posizione di altre persone a loro legate che hanno avuto o hanno guai con la giustizia: tra questi Giovanni Proietti, già imputato per il crollo del ponte Morandi, anche lui ex funzionario Anas ed ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture.

Fare chiarezza sull'appalto delle barriere sul tratto dell'A4 Brescia-Soave

La Guardia di Finanza vuole fare luce su un presunto sistema che ruotava attorno ai fratelli Liani, che ne avrebbero beneficiato o ottenendo "ingenti somme" o appalti.

Tra i quattro episodi sotto indagine c'è l'appalto, suddiviso in due lotti, che riguarda la riqualificazione delle barriere di sicurezza e la realizzazione di nuove barriere sul tratto dell'A4 Brescia-Soave.

Per la gara, assegnata al Consorzio Stabile 3 Emme, riconducibile alla famiglia Liani, sono indagati pure il figlio di Proietti, Nicholas - beneficiario di un'auto e di un appartamento e al quale sarebbe stata dirottata dal padre la direzione dei cantieri - e Alberto Brentegani, consigliere di amministrazione dell'Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa.

Salvini: "Chi ha sbagliato paghi"

Sull'inchiesta è intervenuto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che ha dichiarato:

"Mi auguro che gli inquirenti facciano bene e in fretta il loro lavoro. E se c'è qualcuno che ha sbagliato che paghi. A quanto so, parlando con l'amministratore delegato, sono alcuni episodi che iniziano a risalire dal 2020. Quindi facevo altro nella vita però a prescindere da quello se c'è qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato ne deve pagare le conseguenze".

La risposta del SIS

In merito a queste accuse, il Consorzio Stabile SIS di Torino ha emesso una nota ufficiale in cui respinge fermamente ogni addebito, chiarendo che i pagamenti attribuiti a tangenti erano compensi legittimi per i funzionari ANAS coinvolti nel collaudo della Superstrada Pedemontana Veneta. Di seguito, la nota in questione:

Con riferimento ai molteplici articoli e servizi giornalisti di questa mattina, riportati dai mass media, il Consorzio Stabile Sis Scpa, a tutela della propria immagine e della propria reputazione, dichiara che, in relazione all’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Milano, né la Società né alcuno dei propri dirigenti e/o amministratori risultato indagati, né, tanto meno, gli uffici societari sono stati interessati da alcuna perquisizione o sequestro da parte di organi di polizia giudiziaria, che, viceversa, hanno provveduto esclusivamente all’acquisizione di documentazione aziendale, anche contabile pertinente all’indagine in corso, ai sensi dell’art. 248 ccp.

Quanto ai versamenti effettuati dal Consorzio Sis ai signori Stefano Liani ed Eutimio Mucilli classificati dagli organi di stampa, con termine enfatico e diffamatorio, quali "tangenti", si precisa che tali pagamenti afferiscono alla remunerazione dei medesimi soggetti per le attività svolta quali Collaudatori di un Lotto della Superstrada Pedemontana Veneta, su incarico della Concedente obbligazione contrattuale (oltre che normativa), fisiologica in ogni rapporto concessorio di opere pubbliche, in forza della quale, nella fattispecie, il Consorzio Sis non aveva - e non ha - alcun potere decisionale né in ordine all’individuazione del nominativo dei Collaudatori né in ordine al livello economico dei loro compensi.

Il Consorzio Stabile Sis, al perdurare di tale campagna di stampa diffamatoria e in difetto delle dovute rettifiche, si riserva ogni opportuna azionale a tutela della propria immagina e della propria reputazione nelle sedi meglio viste.

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