Riccardo Nocini, figlio dell’ex Rettore dell’Università di Verona, sta facendo parlare di sé da quando due associazioni hanno denunciato all’Anac il concorso con cui è stato nominato professore ordinario.
La nomina di Riccardo Nocini
In particolare, considerando che Riccardo è il figlio di Pier Francesco Nocini, ex rettore dell’Università, è normale che vengano alla mente alcuni dubbi sulla legittimità del concorso, soprattutto se era l’unico partecipante. Per di più, la sua candidatura, avvenuta ufficialmente giovedì 27 novembre 2025, potrebbe presumibilmente aver infranto la legge n. 240 del 12/2010, la cosiddetta Riforma Gelmini.

Nello specifico, la legge contro la “parentopoli” vieta ai parenti fino al quarto grado di Rettori, Direttori Generali, componenti del Consiglio di Amministrazione e professori dello stesso dipartimento, di ricoprire qualsiasi ruolo. Di fatto, bisogna aspettare che il parente smetta di esercitare quel ruolo o, semplicemente, cambiare Ateneo.
Tuttavia, Als-Fattore2a Ets e Bandiuniversità hanno denunciato che ciò è avvenuto solo sulla carta, mentre il padre era ancora ufficialmente in carica al momento del concorso e della nomina ufficiale. Sono state proprio loro, le associazioni per la salvaguardia degli specializzandi, a denunciare i fatti all’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione e a chiedere spiegazioni alla Rettrice attualmente in carica.
Le dichiarazioni della Rettrice e i dubbi degli studenti
In Senato accademico, Chiara Leardini, Direttrice dell’Università, ha voluto sottolineare
“Il disagio c’è tutto, credo che dobbiamo reagire qui dentro come istituzione lavorando perché non accada mai più. Peraltro, non ho nulla da nascondere, nel senso che credo ci sia la necessità oggi di tutelare la nostra Istituzione, tutelarla soprattutto dal fatto che possano venire, e qui guardo ciascuno di noi qui dentro, che possa venire in futuro”.
Nonostante la Rettrice affermi che l’iter amministrativo sia stato correttamente eseguito, con ben 14 passaggi, in molti hanno ancora dei dubbi. In particolare, sotto il post della pagina Instagram, @instaunivr, si possono leggeri i diversi commenti di studenti e altre pagine che sollevano dei dubbi non trascurabili. Infatti, qualcuno ha commentato che è impossibile che sia riuscito a pubblicare 189 ricerche scientifiche, una ogni 14 giorni, mentre qualcuno ha evidenziato:
“Non è chiaro come se ne siano accorti solo a cose fatte. Nessuno ha controllato prima? Nessuno si è chiesto niente?”.
Inoltre, possiamo leggere anche il commento di “Bandiuniversità“, pagina e associazione gestita da Stefania Flore, giurista e avvocata civilista che combatte per i “Ricercatori che si battono per il riconoscimento del merito in Università”, in cui sottolinea:
- l’art. 18.1b, legge 240/2010, vieta l’assunzione di chi ha parentele col rettore, con professori dello stesso dipartimento, etc.
- le sentenze dei TAR e del consiglio di Stato ci dicono che questo divieto deve essere interpretato non in senso formale, ma sostanziale, secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata volta a evitare il fenomeno del “familismo universitario”
Riteniamo dunque che la legge sia stata violata perché solo formalmente rispettata in quanto:
- nei sei anni del suo rettorato Nocini senior ha potuto creare le condizioni affinché il figlio formalmente non violasse il divieto: è stato creato un dipartimento nuovo in cui si è inserito (2023), durante il suo rettorato è stata bandita l’intera procedura, salvo poi far “partire” il bando esattamente due giorni dopo la fine del suo rettorato, cosicché il figlio potesse legittimamente firmare di non avere parentele col rettore
Inoltre la procedura in base alle delibere iniziali doveva essere riservata a esterni (art 18.4) ciò che non avrebbe consentito a Nocini jr di partecipare.
In corso d’opera si è optato per una procedura ibrida (18.4ter)