Rientro a scuola, Salemi (Italia Viva): “Ancora tante le incertezze, servono ruoli e responsabilità chiari”
Il suggerimento? Attivare una sorta di comitato unico per le scuole così da rendere semplici i livelli di interlocuzione con le amministrazioni locali.
Rimangono le criticità.
Serve un piano specifico
A pochi giorni dalla riapertura, insegnanti, alunni e famiglie vivono nell’insicurezza perché restano aperte ancora molte criticità nelle scuole di ogni ordine e grado. Orietta Salemi, consigliere regionale e candidata nella Lista Daniela Sbrollini Presidente, Italia Viva - Civica per Il Veneto - PSI - PRI alle elezioni regionali ha spiegato:
"Dalle azioni da intraprendere in caso di positività al Covid-19 di uno studente o insegnante, alle regole per il trasporto fino alle cattedre per il sostegno agli studenti affetti da disabilità, privi della continuità didattica degli insegnati specializzati, la scuola deve riaprire con un piano specifico in modo che gli attori del sistema siano pronti a gestire le eventuali situazioni di incertezza, perché l’ambiente scolastico è per i bambini e ragazzi luogo di incontro e di crescita prima ancora che luogo della didattica”.
Trovare soluzioni
Orietta Salemi, forte del suo percorso professionale nel mondo scolastico, evidenzia i nodi della scuola su cui è importante concentrasi e trovare soluzioni.
“La ripartenza del sistema scolastico in questo clima di incertezza non deve trasformare la scuola in un terreno di contrasto o, peggio, in un’occasione di conflitto sociale. Serve pensare a un patto di comunità in cui ciascuno responsabilmente gioca il proprio ruolo per ricostruire una comunità solidale che sappia valorizzare e rispettare le prerogative dei singoli componenti: personale docente, dirigente, personale tecnico, amministrativo e ausiliare, famiglie e studenti, istituzioni ed enti. L’impressione, invece, è che i dirigenti scolastici siano lasciati soli a gestire le incertezze dell’organico disponibile, la burocrazia e l’interlocuzione con le singole amministrazioni locali. E’ necessario attivare una sorta di comitato unico per le scuole così da rendere semplici i livelli di interlocuzione con le amministrazioni locali, rapido ed efficace il flusso delle informazioni e delle risposte”.
Servirebbero maggiori corsie
Un altro tema è lo scaglionamento delle entrate a scuola per evitare assembramenti e soprattutto per non mandare in tilt i trasporti pubblici che non sono sufficienti, date le disposizioni delle linee guida che prevedono, per i bus, una capienza massima dell’80%. Salemi ha spiegato:
“Servirebbero un numero maggiore di corse o un aumento dei mezzi in dotazione. La Regione Veneto, a esclusione di quest’ultimo bilancio, non ha mai incrementato con fondi propri il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale come avviene in tutte le altre regioni. Almeno per l’emergenza di quest’anno, la Regione deve prevedere un surplus di investimento così da garantire ai gestori del trasporto pubblico locale corse speciali aggiuntive. Un sistema flessibile del trasporto studenti eviterebbe anche affollamenti e doppi turni a scuola, così come un incremento esponenziale del traffico, causato dall’uso dell’auto privata".
Sguardo verso l'Università
Un’ultima attenzione, anche all’Università: questa volta Orietta Salemi lascia la parola a Riccardo Masiero, giovane universitario della Facoltà di Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano che ha partecipato alla scuola di formazione politica di Italia Viva a Castrocaro, che sostiene:
“Per ridurre il più possibile il pendolarismo e quindi la promiscuità sui mezzi pubblici, in particolare sui treni, con il rischio contagio, la Regione Veneto deve prevedere un incremento dei fondi ESU da destinare alla riduzione significativa degli affitti degli alloggi per studenti in modo da favorire anche l’indotto sulle città universitarie. In molte facoltà è infatti prevista per ora la didattica mista, in presenza e on line. Con questi incentivi si potrebbe scongiurare il rischio di non perdere immatricolazioni e incrementarne di nuove”.