L'operazione della Guardia di finanza

Ristrutturazioni mai eseguite, la grande truffa sul bonus facciate coinvolge anche società di Verona

I truffatori hanno ceduto i crediti alle società veronesi. Queste li hanno rivenduti a diverse filiali di un istituto bancario e poi hanno trasferito all'estero le somme incassate

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Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara a dare esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, per circa 3,3 milioni di euro di crediti d’imposta fittizi relativi al “bonus facciate”. Il decreto è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ferrara, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di tre società, una ferrarese e due bolognesi, coinvolte in un più ampio giro di compravendita illecita dei crediti connessi al rilancio del settore edile.

11 i soggetti denunciati, tra cui un professionista, per l’ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio e falsità in atti.

Bonus facciate su lavori "fantasma"

Le indagini svolte dai finanzieri del Gruppo di Ferrara, traggono origine dallo sviluppo di una segnalazione di operazioni sospette inviata dall’Ufficio di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia in merito ad una anomala operatività registrata su conti correnti aperti dalle tre società, tutte riconducibili ad un soggetto ferrarese già gravato da numerosi precedenti anche di natura fiscale.

Ingenti somme di denaro

In particolare la segnalazione evidenziava che sui conti delle citate imprese, erano state accreditate ingenti somme di denaro, in parte trasferite su banche estere, in assenza di una effettiva operatività delle società coinvolte, tutte risultate inattive da tempo. Attraverso la ricostruzione dei flussi finanziari e dei riscontri effettuati con le banche dati in uso al Corpo, gli investigatori delle Fiamme Gialle sono risaliti alla provenienza del denaro. In pratica i denari accreditati sui conti derivavano da una vorticosa attività truffaldina di circolazione di crediti d’imposta connessi al “bonus facciate” generata da una società edile di Novara.

La regia e i complici

La regia della truffa è da attribuire ad uno studio professionale del trevigiano che per ragioni collegate allo svolgimento di pratiche di natura tributaria era venuto in possesso dei dati anagrafici di diverse persone. Sfruttando le generalità di 37 persone residenti nelle province di Treviso, Padova e Vicenza, lo studio ha inviato a loro insaputa le comunicazioni telematiche all’Agenzia delle Entrate per la cessione dei crediti d’imposta connessi a lavori di rifacimento delle facciate di edifici. Le attestazioni inviate erano ovviamente false e dovevano servire unicamente a creare il credito d’imposta per poi monetizzare i proventi dell’attività illecita attraverso la vendita degli stessi agli Istituti bancari interessati, con l’opzione dello sconto in fattura.

Con tale stratagemma sono stati generati a favore dell’impresa novarese crediti di imposta fittizi per oltre 7 milioni di euro.

Società veronesi coinvolte

Per portare a compimento il piano criminale ideato, la società di Novara, vista l’entità dei crediti vantati e per evitare il possibile blocco degli stessi, sia da parte dell’Agenzia delle Entrate e sia dalle banche, provvedeva a cederli a numerose imprese compiacenti con sede nelle province di Ferrara, Bologna, Padova, Mantova, Trieste, Verona e Venezia. Queste, una volta ricevuti i crediti nei propri cassetti fiscali, ne hanno monetizzato a stretto giro una parte, vendendoli a diverse filiali di un istituto bancario, per poi trasferire all’estero le somme incassate.

Ma la rapida e sinergica azione di contrasto messa in atto dalla locale Procura della Repubblica e dagli investigatori della Guardia di Finanza di Ferrara ha permesso di bloccare la somma di 3,3 milioni di euro della quale si erano ingiustamente appropriate le due società bolognesi e la società ferrarese coinvolte nella truffa.

L’operazione si inquadra nelle linee strategiche del Corpo per il contrasto alle frodi ai danni dello Stato, finalizzate ad intercettare gli illeciti di natura economica e finanziaria che nascono dalla fittizia circolazione di crediti d’imposta e dal conseguente riciclaggio dei profitti ottenuti.

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