Massima partecipazione

Sciopero di 200 lavoratori alla V-TServices, società che gestisce il sistema informatico di Unicredit

Nata nel 2013 da una joint venture tra Unicredit e IBM. Ma le strade dei due colossi sembrerebbero dividersi con la scadenza del contratto: "Chiediamo che l’Istituto di credito assicuri il rientro nel perimetro bancario dei lavoratori"

Sciopero di 200 lavoratori alla V-TServices, società che gestisce il sistema informatico di Unicredit
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Sciopero sentito e partecipato quello indetto da Fisac Cgil e Fabi in V-TServices a Verona, l’azienda che gestisce le infrastrutture e i servizi informatici dell’istituto bancario Unicredit. 200 lavoratori, infatti, hanno incrociato le braccia nel corso della giornata di oggi, giovedì 28 marzo 2024. V-TServices è nata nel 2013 da una joint venture tra la stessa Unicredit (che partecipa V-TServices con il 49% delle quote di proprietà) e la multinazionale dell’informatica IBM al 51%. Con la scadenza del contratto di servizio, le strade dei due colossi sembrano destinate a separarsi.

"La nostra richiesta - ha dichiarato Matteo Scandola, delegato Fisac Cgil Verona - è che l’Istituto di credito assicuri il rientro nel perimetro bancario dei lavoratori, oltre che dei servizi, a tutela dell’occupazione e del prezioso patrimonio di competenze consolidate in questi anni di collaborazione che rappresenta un bene prezioso non solo per l’azienda ma anche per la città e per il Paese".

V-TServices, sciopero di 200 lavoratori

"Se qualcosa si ferma rimane fermo e di fatto se si può aspettare fino alla mattina dopo bene, altrimenti potrebbero esserci dei problemi seri".

Perché 200 dipendenti della V-TServices di Verona oggi, giovedì 28 marzo 2024, hanno deciso di incrociare le braccia.

In gran parte tecnici informatici e manager reperibili 24 ore al giorno, sono i gestori del mega cervellone dell'Unicredit. Di fatto il centro di calcolo dell'istituto bancario è nelle loro mani. Un tempo già dipendenti diretti della banca, nel 2013 il ramo di azienda del quale facevano parte, ossia l'infrastruttura dei servizi informatici è stato ceduto per il 51% all'IBM.

Ma con il passare del tempo, l'Unicredit ha deciso nuovamente internalizzare il servizio informatico perché pagarlo a un service esterno è diventato troppo costoso.

"Ora Unicredit si sta riprendendo tutte quelle che sono le attività piano piano all'interno per rifarsele a modo suo e risparmiando perché sono i costi di gestione esterna della nostra azienda - ha aggiunto Matteo Scandola, delegato Fisac Cgil Verona - Noi mandiamo messaggio e chiediamo di rientrare come stanno rientrando tutti i servizi di fatto".

Matteo Scandola, delegato Fisac Cgil Verona

"Si valutano nuove mobilitazioni"

Con la scadenza del contratto di servizio, le strade dei due colossi sembrano destinate a separarsi: l’istituto bancario ha già posto le condizioni per far rientrare in house i processi e i servizi prima esternalizzazti e IBM ha già sviluppato altre progettualità aziendali.

Avvolto in un alone di inaccettabile incertezza e silenzio resta invece il destino dei circa 200 lavoratori veronesi di V-TServices che ha sede centrale alla Bassona e uffici nel quartiere veronese di San Michele (Madonna di Campagna), ai quali si aggiungono altri 250 lavoratori dislocati in altri poli nel resto d’Italia.

Lo sciopero di stamattina e il blocco degli straordinari e della reperibilità già in corso da almeno un paio di settimane comportano la mancata assistenza su eventuali guasti e malfunzionamenti nell’infrastruttura e nei servizi essenziali della banca. Le organizzazioni sindacali valuteranno a breve ulteriori azioni da intraprendere.

“La nostra richiesta - ha precisato Matteo Scandola, delegato Fisac Cgil Verona - è che l’Istituto di credito assicuri il rientro nel perimetro bancario dei lavoratori, oltre che dei servizi, a tutela dell’occupazione e del prezioso patrimonio di competenze consolidate in questi anni di collaborazione che rappresenta un bene prezioso non solo per l’azienda ma anche per la città e per il Paese”.

La richiesta sindacale è che l’istituto bancario assicuri il rientro nell’ambito del perimetro bancario, oltre che delle attività, anche dei lavoratori.

“Eravamo contrari alla esternalizzazione del 2013 e siamo contrari anche a questo nuovo passaggio, che porta al pettine i nodi che avevamo evidenziato 10 anni fa e che denota, a nostro avviso, una grave miopia dal momento che rischia di disperdere un grande patrimonio di professionalità e di ricchezza, importante non solo per l’istituto di credito ma per la città intera - ha commentato Piernicola Pisani, segretario generale Fisac Cgil Verona - Appare evidente, del resto, che la riorganizzazione del servizio all’interno dell’istituto non possa prescindere dalla cura dell’infrastruttura informatica che sta alla base di qualunque altra possibile implementazione”.