Scoperta organizzazione internazionale per lo spaccio di droga: 22 arresti

In manette anche un cittadino bosniaco domiciliato nel veronese

Scoperta organizzazione internazionale per lo spaccio di droga: 22 arresti
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In manette anche un cittadino bosniaco domiciliato nel veronese

La Squadra Mobile della Questura di Trento al termine di una articolata e complessa indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, ha eseguito, con il contributo dell’ Interpool, della Sezione della Polizia Giudiziaria del Tribunale di Trento, la Polizia Stradale di Trento e la Squadra Mobile di Verona, 16 misure cautelari.

L’operazione denominata “Zaghi”, iniziata nel novembre 2016, e che ha avuto il suo epilogo alle prime luci dell’alba di giovedì 22 febbraio, ha portato alla luce un vasto traffico di sostanze stupefacenti gestito da un’organizzazione criminale transnazionale che operava oltre che nel nostro paese anche in Bosnia, Slovenia e Croazia.

Il bilancio dell’indagine è di 30 persone coinvolte di cui 22 persone arrestate, (6 dei quali avvenuti da novembre 2015 a dicembre 2017), 11 custodie cautelari in carcere; 5 custodie cautelari degli arresti domiciliari e 8 latitanti all’estero. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate 11,4 kg di stupefacente: 3 kg di marijuana; 1 kg di cocaina; 2 kg di metamfetamine; 0.4 kg di cocaina e 5 kg di hashish. Sono state inoltre sequestrate: 4 autovetture, una moto e 12 fucili più di 13.500 di euro in contanti.

Le indagini, dirette dal Vice Questore A. Salvatore Ascione, capo della Squadra Mobile di Trento, prendono spunto da alcuni ritrovamenti di stupefacente avvenuto nel mese di novembre del 2016, sulle rive del lago di Canzolino a Pergine Valsugana. Durante le indagini la Squadra Mobile ha scoperto che la compagine criminale, composta da cittadini italiani, bosniaci, croati, marocchini e macedoni, utilizzava le rotte balcaniche, attraverso le Bosnia, Croazia e Slovenia per trasportare lo stupefacente in Italia.

Nasce, visto il carattere transnazionale dell’operazione, la collaborazione con la S.I.P.A. bosniaca, P.N.U.S.K.O.K. croata e la Polizia Criminale slovena. Nel corso delle indagini gli investigatori italiani, con l’aiuto dei colleghi stranieri, comprendono le modalità del trasporto, i luoghi, le persone coinvolte e gli altri elementi che consentiranno poi di individuare i componenti ed i ruoli della compagine criminale. La collaborazione permette anche di ricostruire i movimenti della organizzazione dal novembre 2015 alla fine del 2017; tempo nel quale la banda compra droga per circa 1 milione di euro rivendendola al doppio del valore d’acquisto.

“Questa operazione, commenta il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione, che si iscrive nella direzione delle direttive del Questore D’Ambrosio, dimostra che il traffico di stupefacenti sceglie strade, persone e confini diversi in ragione dell’interesse criminale e dei mercati a cui rivolgersi. Gli arresti della Squadra Mobile sono il tangibile risultato che l’attività di polizia giudiziaria non solo è attenta, ma è costante anche a fronte di mutati scenari delinquenziali.”

I poliziotti della Squadra mobile di Verona hanno eseguito la misura della cautelare in carcere emessa nei confronti di Grabovac Drazen, cittadino bosniaco quarantaseienne, domiciliato nel Veronese.

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