Secondo suicidio in 48 ore nel carcere di Montorio, detenuto 58enne si toglie la vita
Il detenuto italiano, la cui identità non è stata resa pubblica, si è tolto la vita nella mattinata del 18 marzo 2025. Domenica scorsa, invece, un 69enne senegalese si è impiccato in cella

Un nuovo tragico evento ha scosso la Casa Circondariale di Montorio a Verona: un detenuto italiano 58enne, condannato per stalking ma che continuava a tormentare l'ex moglie e i figli, si è tolto la vita nella giornata di martedì 18 marzo 2025, registrando così il secondo suicidio in meno di 48 ore all'interno della struttura.
Il Procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha spiegato che si trattasse di un caso che non poteva essere gestito diversamente, perché non si potevano immaginare misure alternative alla detenzione.
Questo episodio porta a 19 il numero totale di suicidi tra i detenuti nelle carceri italiane dall'inizio del 2025, a cui si aggiunge il gesto estremo di un operatore penitenziario, quindi 20. In riferimento al carcere di Montorio a Verona, negli ultimi due anni sono stati 8 in totale i detenuti che si sono tolti la vita.
La morte del 58enne fa seguito, di poche ore, al suicidio di un detenuto senegalese di 69 anni, avvenuto il 16 marzo 2025, anch'egli impiccatosi nella sua cella con un laccio rudimentale.
Sovraffollamento e carenza di personale nel carcere di Montorio
La struttura carceraria di Montorio è attualmente sovraffollata, ospitando 595 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 318 posti. Questo sovraffollamento è gestito da 318 agenti di polizia penitenziaria, mentre ne sarebbero necessari almeno 420 per garantire un'adeguata sorveglianza e assistenza.
L'allarme dei sindacati e le richieste di intervento
Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha espresso profonda preoccupazione per la situazione, sottolineando l'urgenza di adottare misure deflattive per ridurre la densità detentiva e di potenziare immediatamente gli organici della polizia penitenziaria.
In merito alla difficoltà del personale, De Fazio ha dichiarato:
"A espiare una pena, per la sola colpa di essere al servizio dello Stato, non sono solo i detenuti, ma anche le donne e gli uomini con l’uniforme della Polizia Penitenziaria, che sono sottoposti a carichi di lavoro insostenibili e turnazioni massacranti, con la compressione di diritti anche di rango costituzionale. A fronte di tutto ciò, vedono poi svilito ogni sacrificio."
Inoltre, ha messo in evidenza l'urgenza di garantire un'assistenza sanitaria e psichiatrica adeguata per i detenuti, avvertendo che senza interventi strutturali e riforme di sistema, il rischio di nuove tragedie rimarrà alto.
"Tutto ciò segna l’evidente fallimento del sistema penitenziario. Basta guardare i più elementari indicatori numerici, nonostante ciò che possa affermare il Guardasigilli Carlo Nordio o il Governo Meloni,"
ha concluso il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
La situazione nazionale delle carceri italiane
A livello nazionale, le carceri italiane affrontano una crisi significativa, con un sovraffollamento di circa 16.000 detenuti oltre la capienza regolamentare e una carenza di oltre 18.000 unità nel personale di polizia penitenziaria. Questi fattori contribuiscono a creare un ambiente di sofferenza sia per i detenuti che per il personale penitenziario, rendendo urgente l'adozione di misure concrete per garantire condizioni dignitose e sicure all'interno delle carceri.
Questo ennesimo suicidio solleva interrogativi urgenti sulla necessità di riforme strutturali nel sistema penitenziario italiano, al fine di garantire condizioni dignitose e supporto adeguato sia per i detenuti che per il personale operante nelle carceri.