Senza gas per 40 giorni, l'assurda epopea di Ezio

Non un piatto caldo, non una doccia, non una casa accogliente per le due figlie. Gas sigillato, tutto per un’assurda vicenda burocratica legata alla precedente inquilina, morosa nei confronti di Eni.

Senza gas per 40 giorni, l'assurda epopea di Ezio
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Non un piatto caldo, non una doccia, non una casa accogliente per le due figlie. Gas sigillato, tutto per un’assurda vicenda burocratica legata alla precedente inquilina, morosa nei confronti di Eni.

Entrare in casa e trovare caldo, girare la manopola del fornello e vedere la fiamma, andare in doccia e godere dell’acqua bollente. Cose quotidiane di cui ci accorgiamo solo quando non ci sono. La storia di Crescenzio “Ezio” Crisonà, agente commerciale di Bussolengo, è passata dall’essere paradossale a drammatica: 40 giorni senza gas, rimbalzato da uffici e call center, costretto a inventarsi ogni giorno qualcosa per mangiare un pasto caldo, farsi una doccia e non patire il freddo ma, soprattutto, non farlo patire alle due figlie.

L’uomo, 46 anni, nel febbraio 2016 decide di separarsi dalla moglie dopo vent’anni di matrimonio a causa di un momento molto difficile, sperando che la lontananza chiarisca le idee ad entrambi. Ezio si mette subito alla ricerca di un appartamento e, dopo alcuni mesi, ne trova uno perfetto in Via De Gasperi, al civico 21. Il proprietario è molto preciso nel chiedere all’uomo garanzie e fidejussioni, ma non altrettanto nell’informarlo del fatto che la precedente inquilina, di nome Belen, era morosa nei confronti del fornitore di gas e luce, la Eni.

Crisonà lo scopre solo quando, il 5 settembre, chiama l’azienda per fare la voltura: «Dicono che a causa del debito della precedente inquilina non si può fare la voltura ma bisogna aspettare che venga chiuso il contatore, per un paio di giorni, per fare poi il subentro». Il 25 ottobre Ezio torna a casa con la voglia di una doccia, ma girandola la manopola l’acqua è gelida: contatore del gas sigillato. Così chiama Eni: «Mi dicono che entro una decina di giorni avrebbero rimosso i sigilli e che tutto sarebbe tornato normale».

Da quel giorno, invece, inizia il calvario di Ezio, che oltre alle difficoltà di una separazione pacifica ma dolorosa, si trova a dover affrontare l’inverno al gelo: «Anna, Walter, Maria. Chiamavo Eni ogni giorno e mi appuntavo i nomi degli operatori. Si smentivano tra di loro, mi dicevano che oltre al sollecito della pratica non potevano fare nulla, chiamando in causa anche un “ufficio degli specialisti” che stava gestendo la mia pratica».

Nella disperazione Ezio si rivolge senza successo anche ai Carabinieri di Bussolengo, e ad una lega di consumatori, che gli chiede 35 euro per la tessera e fa un paio di telefonate, senza ottenere nulla. Poi ci raggiunge in redazione, ormai stremato: «Eravate la mia ultima speranza. La cosa più dura era vedere le mie figlie, tra cui una minore, vivere questa situazione. Venivano da me tre volte a settimana, la grande si sentiva destabilizzata, tra separazione e la casa del padre al gelo, mentre la piccola cercava di farmi stare bene trasformando tutto in un gioco: “Guarda che calze grosse che ho” mi diceva».

Poi, improvvisamente, il lieto fine: martedì alle 13 Villafranca Week contatta Eni per una replica sulla situazione kafkiana di Crisonà. Poco dopo gli viene comunicato chela sua pratica è stata magicamente evasa e che il giorno dopo avrebbe avuto il gas, dopo 40 giorni di silenzi, bugie e rimpalli. Giovedì mattina in redazione arriva la foto del fornello di Ezio con tutte e cinque le fiammelle accese e una scritta: “Grazie”.

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