Sistemati gli argini dell'Adige fino a Zevio

Bottacin: "Così si mitiga il rischio idrogeologico, agendo in via preventiva".

Sistemati gli argini dell'Adige fino a Zevio
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Si sono di recente conclusi i lavori di sistemazione del fiume Adige nel tratto a valle della città di Verona, precisamente tra i territori comunali di San Giovanni Lupatoto e Zevio.

Taglio della vegetazione infestante

“Durante l’intervento, del valore di 170 mila euro – spiega l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin –, si è provveduto al taglio della vegetazione infestante che si era insediata spontaneamente sulle arginature nel tratto in destra idraulica del fiume Adige, garantendo così la pulizia delle difese spondali esistenti per rafforzare la sicurezza del territorio”.

Lavori partiti da San Giovanni Lupatoto

I lavori, curati dalle strutture regionali, si sono svolti a partire dalla località di Pontoncello, tra i Comuni di San Giovanni Lupatoto e Zevio, giungendo quasi al confine con il Comune di Belfiore, per un tratto di circa 9 km.  Lo sfalcio della vegetazione infestante è stato eseguito con mezzi meccanici intervenendo nei vari punti in cui sono state individuate delle criticità. Nell’area, habitat favorevole alla proliferazione di vegetazione infestante, erano infatti cresciute in modo spropositato diverse piante, in particolare robinie e cespugli di rovi.

"Le radici rischiavano di indebolire gli argini"

“Le radici delle piante, molto spesse, insinuandosi sulle arginature, rischiavano di indebolire le difese spondali – chiarisce l’assessore –. Inoltre, intralciavano con la loro altezza lo stesso passaggio dei trattori adibiti alla pulizia lungo la pista di servizio, che è stata ripristinata”.

Proliferazione di tane di animali

La vegetazione infestante, oltre ad essere uno dei fattori che causano il proliferare di tane di animali selvatici, è stata rimossa anche per garantire la massima visibilità delle arginature durante i sopralluoghi di monitoraggio che vengono eseguiti in via preventiva. In caso di eventi meteorologici avversi, le piante avrebbero inoltre rischiato di scatenare un effetto leva a causa del sollevamento delle radici che, spinte dal vento, avrebbero potuto lasciare delle cavità in cima alle arginature maestre con serio pregiudizio per la pubblica incolumità.

"Prevenzione fondamentale"

“Mantenere le opere idrauliche in buono stato per il contenimento di eventuali piene attraverso gli interventi di pulizia – conclude l’assessore - è una delle attività, a volte poco visibili, ma costantemente garantita dalla Regione tramite le proprie strutture per mitigare quanto più possibile il rischio idrogeologico. Intervenire in via preventiva è infatti una delle principali mission che stiamo portando avanti in questi anni con centinaia di cantieri costantemente attivi nel territorio regionale”.
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