Soccorso alpino e speleologico del Veneto tutti i dati

Interventi in diminuzione ma decessi in aumento nel 2017 rispetto all'anno precedente.

Soccorso alpino e speleologico del Veneto tutti i dati
Pubblicato:
Aggiornato:

Sono stati presentati oggi, venerdì 23 marzo, tutti i dati del Soccorso alpino e speleologico del Veneto.

Il bilancio del Soccorso alpino e speleologico

Alle 11.30 nella Sala Rossa dei Palazzi Scaligeri sede della Provincia di Verona, oltre ai dati relativi agli interventi e all'attività
del 2017 si sono esposte anche le linee programmatiche del 2018.
Alla presentazione sono intervenuti Antonio Pastorello, presidente della Provincia, Marco Padovani, assessore del Comune di Verona, Rodolfo Selenati, presidente Soccorso alpino e speleologico del Veneto, Giovanni Busato, vicepresidente Soccorso alpino e speleologico del Veneto, Adriano Valerio del Suem 118 di Verona e Giovanni Cipolotti, direttore del Suem 118 di Pieve di Cadore.
Sono intervenuti, inoltre, i delegati e vicedelegati delle tre Zone del SASV (II Dolomiti Bellunesi, XI Prealpi Venete, VI Speleologica).

I numeri degli interventi

L'attività operativa svolta nel corso del 2017 dal CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) Veneto in stretta sinergia con le Centrali Operative del SUEM 118 della Regione del Veneto (Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e
Vicenza) si è, dunque, attestata a 846 interventi, in diminuzione di circa l’8,5% rispetto al 2016.
Gli interventi a carattere sanitario sono stati 821 con una diminuzione di circa l’8,8% rispetto all’anno precedente quando erano stati 901. Tra le variabili che hanno inciso sulla contrazione, anche le condizioni meteo registrate nel 2017, non sempre idonee alla frequentazione delle montagne venete.
Per gli interventi a carattere di Protezione Civile, si è passati dai 25 del 2016 ai 18 del 2017, con una diminuzione percentuale di circa il 28%. Sono state 850 le persone soccorse a vario titolo dal personale CNSAS, con una diminuzione del 15,5% rispetto alla stagione 2016 (1.006 persone).
Per quanto, invece, attiene alla diagnostica analitica degli interventi, sono state 346 persone illese tratte in salvo (in difficoltà per diverse cause o in imminente pericolo di vita), nel complesso il 10,8% in meno rispetto agli anni precedenti e il 40% del numero complessivo delle persone soccorse nel 2017. In diminuzione anche le persone ferite, 439, pari ad un –21,8% rispetto al 2016, dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti quando invece risultava in constante aumento.
Si segnala, inoltre, un vistoso calo degli incidenti in pista: 81 interventi nel 2017. Un dato atteso poiché la stagione invernale è stata penalizzata dall’iniziale assenza di precipitazioni, la quale peraltro ha permesso agli utenti di effettuare escursioni anche nel primo periodo del 2017, incrementando così la statistica degli interventi in ambiente non innevato.
Vanno, quindi, ricordate le 62 persone decedute, dato in forte aumento rispetto al 2016 con un +14,8% a livello Veneto.
Al riguardo degli esiti mortali il trend dipende in realtà da fattori piuttosto diversi che non sono sempre riconducibili a ragionamenti coerenti con la statistica. Tuttavia le attività più coinvolte risultano essere: l’escursionismo, l’alpinismo e l’attività lavorativa eseguita in ambiente ostile e impervio. Purtroppo si segnalano alcuni casi di suicidio che risultano in aumento rispetto al 2016 di circa il 12/15 %.

Le cause

Si deve constatare come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica rappresentino una percentuale ragguardevole. Il 13,7% dei soggetti soccorsi sono ascrivibili a cause come malori e ‘sfinimento’ vari, mentre la perdita dell’orientamento ed incapacità hanno contribuito con il 20,7% dei casi, dato in aumento rispetto al 2016 di circa il 4,8%.
Proprio questi valori, in modo particolare la perdita di orientamento con 105 soggetti recuperati e l’incapacità con 71 soggetti, dimostrano la colpevole superficialità con la quale gli utenti si avvicinano all’ambiente ostile ed impervio.
Si riscontra, inoltre, una leggera flessione della percentuale delle cadute, che si attesta al 32,1%. Per la ‘scivolata’, invece, si ha un leggero aumento dall’8,5% del 2016 al 9,6% del 2017.
Per quanto riguarda le attività maggiormente coinvolte negli incidenti, l’escursionismo spicca su tutte con il 48,1% dei casi che, paragonato al 2016, risulta in crescita di circa il 20,8%. Mentre gli interventi in pista da sci hanno avuto una flessione passando dal 19,7% del 2016 al 13,8% del 2017. L’alpinismo è calato dal 10,4% del 2016 ad un 4,5% del 2017, passando dal terzo posto al sesto posto in graduatoria. Aumento corposo per le ferrate che sono passate dal 3,5% del 2016 al 5,7% del 2017 (+62,8%).
Un valore leggermente in calo è riferito all'attività di ricerca funghi, che passa dal 2,5% nel 2016 all’1,9% nel 2017, mentre subisce un importante aumento l'attività di parapendio, che passa dai 25 casi nel 2016 ai 38 casi nel 2017 con un incremento percentuale di quasi il 52%, dato fortemente atteso per la massiccia presenza di piloti nell'area Prealpina per l'evento "Mondiali di Parapendio 2017" svoltosi nel periodo giugno/luglio 2017.
Per quanto attiene l’attività lavoro, si riscontra una leggera flessione degli incidenti, passati da un 2,4% sul totale nel 2016 ad un 1,9% nel 2017. Tra le attività maggiormente interessate vi è l’attività di legnatico, forse a causa della saltuarietà di chi svolge tale compito, non sicuramente ascrivibile alle ditte specializzate del settore, ma al privato cittadino.

Ricerca e soccorso persone disperse

Nel 2017 si sono registrati 56 eventi di ricerca, contro gli 83 del 2016. Il dato è in leggero calo ma attesta comunque la poca preparazione e la scarsa consapevolezza degli escursionisti ad affrontare l’ambiente montano in genere. Per quanto concerne le
persone soccorse riferite alla ricerca, si ha un totale di 70 soggetti nel 2017, contro i 97 del 2016.
Nella maggioranza dei casi gli eventi si sono risolti entro le 3/5 ore, tranne per alcuni casi che hanno comunque duramente impiegato la struttura in ordine alla pianificazione e alla gestione delle operazioni, considerato l'importante concorso di
volontari e di mezzi aerei impiegati su terreni particolarmente ostili.
Sono, infine, 3 dispersi non rinvenuti fino alla data odierna.

Personale e formazione

Si deve di necessità registrare il lavoro effettuato dal personale del CNSAS-SASV delle 29 Stazioni presenti in Veneto, le cui relative missioni di soccorso hanno visto l'impiego di 4.176 Volontari con una media di circa n. 5 Volontario/Intervento.
Si segnala un costante impiego dei Volontari nell’anno 2017, pur avendo effettuato un numero di missioni in contrazione dell’8,5%, rispetto al 2016. Dato che trova la sua spiegazione nella difficoltà di intervento in aree impervie ed ostili, in tutti
quei casi dove il mezzo aereo non possa effettuare la missione per condizioni ambientali e meteo sfavorevoli. Per questo motivo le squadre a terra devono essere rafforzate da un numero adeguato di soccorritori per poter eseguire gli interventi in
totale sicurezza e velocità.
Si segnala comunque un aumento degli interventi effettuati con l’uso dell’elicottero, che ha permesso di risolvere 402 interventi nel 2017, con un aumento del 3,88% rispetto al 2016.
L’aumento degli interventi con l’elicottero è stato favorito dalla bella stagione e dalle poche giornate con scarsa visibilità. Ciò nonostante il lavoro dei Volontari è stato notevole e molto impegnativo e ha permesso di portare soccorso a ben 571 persone
via terra.

Nella formazione il numero degli eventi complessivamente svolti nel 2017 è pari a 1.683 e 12.957 sono state le presenze dei Volontari CNSAS-SASV. Numeri che testimoniano un’attività formativa che non ha eguali nelle organizzazioni di volontariato.
Si può altresì affermare che nel 2017 ogni volontario ha mediamente partecipato a circa 15 ore di attività formativa-addestrativa per ogni evento reale di soccorso svolto, per un totale di circa 98.000 ore di Formazione/Addestramento.

Seguici sui nostri canali