Stop ai dazi tra Ue e Giappone, esulta l'agroalimentare veronese
Nello specifico saranno eliminati i dazi sul vino, che erano al 15%, quelli del 30% sui formaggi ed è prevista l’esenzione tariffaria per le carni suine trasformate.
Confagricoltura Verona accoglie con grande soddisfazione l’entrata in vigore dell’accordo commerciale fra l’Unione Europea e il Giappone. Da oggi (1° febbraio) il partenariato economico entra in vigore, offrendo molte possibilità di sviluppo alle nostre esportazioni agroalimentari.
Giappone primo importatore al mondo di formaggi
“Anche per l’economia veronese – spiega Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, “la soppressione dei dazi sull’85% dei prodotti destinati al mercato nipponico porterà a importanti opportunità commerciali difficili da prevedere, ma certamente molto positive per l’agroalimentare della nostra provincia. Così come per il Ceta con il Canada, anche e ancor più il mercato giapponese è interessante per il nostro Paese e Verona in particolare, basti ricordare il vino e i formaggi. Nello specifico saranno eliminati i dazi sul vino, che erano al 15%, quelli del 30% sui formaggi ed è prevista l’esenzione tariffaria per le carni suine trasformate. Progressivamente saranno abbattuti anche i dazi sulla pasta, i prodotti a base di pomodoro e i dolciari. Ricordo che il Giappone è il primo importatore mondiale di formaggi e su questo capitolo potremmo dire molto anche a Verona grazie a importanti marchi già riconosciuti in quel Paese. Senza nulla togliere al km 0 che per certe aziende ha un suo valore, questi accordi internazionali porteranno i nostri prodotti migliori a km 10.000 e anche più”.
Protette le indicazioni geografiche e di qualità
Per quanto riguarda il capitolo delle indicazioni geografiche e di qualità, l’accordo economico assicura la protezione sul mercato giapponese di 45 produzioni italiane, quelle più importanti e già conosciute su quei mercati, spesso imitate da altri produttori, non italiani, in modo fraudolento. Secondo le stime elaborate dalla Commissione europea, l’export di settore dell’Unione potrebbe addirittura raddoppiare rispetto all’attuale livello, che è di circa 6 miliardi di euro l’anno.