Stracciata licenza di porto d'armi a una guardia giurata: vive in casa con un figlio minorenne spacciatore
Solo pochi giorni fa il giovane era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, che, a seguito di un controllo, lo avevano trovato in possesso di circa 100 grammi di droga
Questa mattina, presso gli Uffici di Lungadige Galtarossa, la Polizia di Stato – Divisione Polizia Amministrativa – ha emesso un provvedimento cautelare di ritiro delle armi in possesso e della relativa licenza di porto per difesa personale ad un 57enne munito di titolo di guardia particolare giurata.
Stracciata licenza di porto d'armi a una guardia giurata
Il provvedimento adottato dall’Autorità di Pubblica Sicurezza si è reso necessario a seguito di una serie di accertamenti condotti dagli operatori delle Volanti, dai quali è emerso che l’uomo convive con il figlio minorenne già noto a questi Uffici per precedenti di polizia in materia di stupefacenti e di reati contro il patrimonio.
Da ultimo, infatti, solo pochi giorni fa il giovane era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, che, a seguito di un controllo, lo avevano trovato in possesso di circa 100 grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish.
Vive in casa con un figlio minorenne spacciatore
La valutazione sulla pericolosità sociale del minore effettuata dall’Autorità di Pubblica Sicurezza, resasi necessaria alla luce di quest’ultimo fatto e dei precedenti episodi di criminalità predatoria per i quali lo stesso era già noto alla Polizia di Stato, testimonia come comportamenti perpetrati da un giovane possano riverberarsi negativamente, oltre che nella sua sfera individuale, anche all’interno del nucleo familiare.
La posizione del sindacato di categoria
Riportiamo di seguito per intero l'intervento del segretario nazionale del Sindacato autonomo vigilanza privata, Vincenzo del Vicario.
"Le colpe dei figli adulti possono ricadere sui padri? Per la Questura di Verona pare proprio di sì. La notizia che leggiamo in questi giorni vede una Guardia Giurata privata dell'arma e del suo porto di pistola (che significa non poter lavorare!) perché suo figlio è stato sorpreso con un etto di hashish. La Guardia, persona esente da censure, ha l'unica "colpa" di essere il padre di tale figlio.
Non sappiamo se i poliziotti di Verona siano al corrente di quanti siano, in Italia, i loro colleghi che, con analoghi problemi in famiglia, siano stati sospesi dal servizio o addetti a servizi disarmati. Né ci sorprenderebbe che non conoscano la più recente giurisprudenza del Consiglio di Stato in materia: da decenni la Polizia Amministrativa non è più, per loro, oggetto di specifici corsi di aggiornamento.
Basterebbe, però, il buonsenso per capire che un provvedimento tanto afflittivo, oltre che illegittimo, è inumano. Con opportune prescrizioni si sarebbe escluso ogni rischio, ma se non si hanno soldi e avvocati nessuno ci pensa.
Prendersela con “l’ultima ruota del carro”, il più indifeso, é uno “sport” che non dovrebbe piacere a nessuna persona normale. Per questo, nell'operosa inerzia del Questore di Verona, crediamo che l'unica sia rivolgersi al Ministro dell'Interno Piantedosi affinché, rispolverando per una buona causa il potere di annullamento straordinario attribuitogli dal TULPS, renda giustizia e dignità all'uomo e al lavoratore, prima che vi provveda la magistratura amministrativa".