Non ci sarà nessuna scarcerazione per i fratelli Ramponi, coinvolti nella tragica esplosione del 14 ottobre a Castel d’Azzano, in cui hanno perso la vita tre carabinieri. Il tribunale del Riesame di Venezia ha infatti respinto la richiesta avanzata dai legali di Dino e Franco, confermando la misura cautelare disposta dal gip di Verona.
I due rimangono quindi detenuti nel carcere di Montorio, mentre proseguono le indagini per chiarire ogni dettaglio della vicenda che ha scosso la comunità veronese.
Maria Luisa Ramponi ancora ricoverata al Centro Ustioni
La sorella Maria Luisa, che secondo gli inquirenti avrebbe innescato la deflagrazione, è tuttora ricoverata al Centro ustioni dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. L’esplosione, avvenuta durante una perquisizione dei carabinieri nel casolare dove i tre fratelli vivevano, fu devastante: il locale era saturo di gas e cosparso di benzina.
Gli investigatori ritengono che l’azione sia stata premeditata, un gesto estremo di opposizione all’ordine di sgombero dell’abitazione. Nella tragedia, oltre ai tre militari deceduti, ventisei persone rimasero ferite, tra cui alcuni civili.
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Il Comune di Castel d’Azzano, intanto, sta valutando di intitolare tre strade ai carabinieri caduti in servizio, come segno di memoria e riconoscenza per il loro sacrificio.