«Tensione» in rotatoria: tutta colpa dellarte
Per il manufatto, che era stato realizzato nelle officine Cordioli, un ritorno a casa. Il sindaco Tosoni: «Orgogliosi della scelta»
Per il manufatto, che era stato realizzato nelle officine Cordioli, un ritorno a casa. Il sindaco Tosoni: «Orgogliosi della scelta»
L’arte scende in strada, Valeggio espositore di arte. La rotatoria posta alla fine di via Cavour entro ottobre sarà il museo senza pareti per «Tensione, scultura monumentale in ferro», concepita da Piera Legnaghi, artista da sempre, diva da mai.
«Ho voluto donarla al Comune e alla comunità di Valeggio perché è nata in paese, nelle officine Cordioli, oggi è questo il luogo ideale dove continuare a vivere». Con ferrea convinzione, ancora più tenace del ferro che lavora, aggiunge. «L’arte deve essere visibile a tutti, deve essere vissuta da tutti e deve stare in mezzo alla gente».Tensione assolverà a questo imperativo. «La scultura - della quale mi mostra la foto che vi proponiamo - l’ho concepita a 28 anni, ero mamma di una bimba piccola, rispecchia quel momento e quel mio vissuto. Ciò che creo è legato da ciò che sono».
Tensione è un gigantesco cerchio in ferro, alto oltre 3 metri, trattenuto da quattro fili che lo legano a terra e alla terra. E’ un’opera che viene voglia di attraversare, di toccare di abitare, lei, dal canto suo, ha abitato lo spazio esterno del Mart, Museo d’Arte Moderna, di Rovereto per 10 anni, dopo essere stata esposta nel 2004, al castello di Pergine all’interno della personale intitolata a «Cuore Aperto». A noi di Villafranca Week, Piera Legnaghi, ha aperto le porte della sua casa studio di Verona: luminosa e illuminata da bozzetti, libri e colori. «Amo le forme rotonde perché non ci sono punte che possano ferire, che possono fare male, è una forma di maternità allargata». Spiegare un’opera d’arte è sempre un azzardo, un burrone semantico nel quale è facilissimo precipitare trascinati da ridondante retorica o banali semplificazioni. Volendo praticare questo impervio terreno Piera mi accompagna: «Lavoro con metalli pesanti come il ferro e li trasformo come fossero nastri di seta, con l’arte tutto è possibile. L’arte armonizza, è potentissima, può fare molto... Ho iniziato a dipingere da bambina, poi la scultura è diventata predominante, è stata lei a scegliermi».
Le sue opere sono pubblicate sull’annuario dell’enciclopedia Rizzoli, abitano musei, piazze, ingressi autostradali stanno tra la gente, e sulla gente con anelli e collane a forma di cuore. Cuori allargati, deformati, arzigogolatati, sempre riconoscibili, sempre palpitanti nonostante tutto o tutti. Faticosissimo farle raccontate dei successi di critica e pubblico ottenuti in 50 anni, dei riconoscimenti pubblicati; li cita con lo stesso entusiasmo che si può avere leggendo l’elenco telefonico. L’arte di essere artista. Spostiamoci in Municipio il sindaco Angelo Tosoni:«Siamo molto orgogliosi che Piera Legnaghi abbia voluto donare a Valeggio una delle sue opere, una scultura nata in un’azienda del paese che purtroppo oggi non ha più un futuro ma un glorioso passato. Inizialmente l’ubicazione era stata individuata nella rotatoria di fronte alla Cordioli, un’area verde di competenza di Veneto Strade, la cui cura lascia come si può vedere a desiderare, per questo abbiano preferito dedicarle un luogo gestito dal comune e che le renda il giusto tributo. Entro ottobre, assicurano dal Comune, si terranno la posa della scultura e l’inaugurazione con una cerimonia ufficiale alla quale Piera Legnaghi parteciperà. «Tensione» in rotatoria causata dall’arte.