Fase 2

Trasporti pubblici, De Berti: "ll metro di distanza può essere derogato se non c’è il faccia a faccia"

Utilizzare i mezzi pubblici in tutta sicurezza, anche con la riapertura delle scuole: a breve un tavolo tecnico per definire i dettagli.

Trasporti pubblici, De Berti: "ll metro di distanza può essere derogato se non c’è il faccia a faccia"
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Durante la conferenza stampa di oggi, venerdì 22 maggio 2020, del Presidente Zaia, è intervenuto anche l’assessore De Berti che ha parlato dei provvedimenti che verranno presi per il trasporto pubblico.

La “seduta verticale”

Primo punto da chiarire: cosa vuol dire “Seduta verticale”? Se ne parla anche nel Dpcm ma, senza scendere in tecnicismi, l’assessore spiega:

“C’è stata una corsa all’interpretazione. Il concetto è: in un mezzo pubblico devo mantenere il metro di distanza nel momento in cui sono faccia a faccia con un altro utente. Questo metro di distanza può essere derogato se non c’è il faccia a faccia: questo succede quando si è schiena a schiena, ad esempio nei bus extraurbani o nei treni. In questo caso, si può derogare il metro di distanza.”

Applicare un metro di distanza vuol dire far salire solo 9 persone in un autobus di 12 metri di lunghezza e che solitamente può ospitare fino a 97 persone. Si tratta di misure insostenibili e che devono essere adattate alle necessità non soltanto dei lavoratori, ma anche degli studenti: ecco perché sarà fondamentale capire come riuscire a portare a scuola i ragazzi. Sarebbe impossibile quintuplicare i mezzi a disposizione.

Sfalsare gli orari di punta

Nelle linee guida è stato stabilito che bisogna sfasare le entrate e abbattere gli orari di punta. Continua l’assessore:

“Non c’è scritto chi deve fare questo lavoro: è un’incombenza ma non è chiaro chi se ne debba occupare. Abbiamo costituito un tavolo tecnico di cui faranno parte un membro dell’Anci, uno dell’Upi (cioè gli enti di governo che gestiscono la programmazione del trasporto su acqua e su terra) e un rappresentante per ogni tipologia di trasporto (Trenitalia, Actv e le diverse aziende di trasporto su gomma) per fare un confronto a livello regionale anche con le associazioni di categoria e il provveditorato scolastico. I problemi relativi al trasporto su gomma e acqua e la programmazione non competono alla Regione ma è interesse comunque degli assessori monitorare il tutto, ecco perché verrà istituito il tavolo tecnico di cui sopra. Alla Regione, in realtà, compete solo il trasporto via ferro.”

Un problema veneziano: i vaporetti

L’investimento annuo per il TPL (trasporto pubblico locale) chiede circa 850 milioni di investimento, coperti dal Fondo Nazionale Trasporto Risorse Regionali e da biglietti e abbonamenti. I ricavi da traffico sono 400 milioni di cui 120 milioni sono per il ferro e 280 milioni sono per gomma e acqua: da questi, 114 sono solo per l’acqua e 17 arrivano da abbonamenti di residenti e 96 milioni da biglietti ordinari (per lo più turistici). Actv, da un punto di vista economico, è certamente in difficoltà ma: 

“quella responsabilità individuale è fondamentale anche nel trasporto pubblico. E’ vero che si prevede che gli enti di governo predispongano dei servizi commisurati alla domanda”

Da lunedì ci saranno più mezzi, dato che non si può superare il 50% della capienza dei vaporetti. Bisogna commisurare l’offerta alla domanda. In questi giorni, è stata diffusa sul web una foto dei passeggeri di un vaporetto ammassati ma si tratta di un’immagine da guardare con attenzione. Era il momento di discesa dal vaporetto e il numero di passeggeri era congruo a quanto previsto: semplicemente, quanti erano a bordo aspettavano di scendere e, in questi casi, l’ammassamento non dipende da chi gestisce il mezzo ma da una responsabilità individuale.

“Il mezzo pubblico è un mezzo sicuro e può essere utilizzato in tutta tranquillità se anche noi ci mettiamo del nostro”

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