Truffa Iva, sei arresti della Guardia di Finanza in Veneto
Sono accusati di una frode per un totale di 21 milioni di euro.
Truffa Iva, sei arresti della Guardia di Finanza in Veneto.
Sei ordinanze di custodia cautelare
Nella giornata di ieri, i militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Verona hanno dato esecuzione, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, Luciano Gorra, a 6 ordinanze di «custodia cautelare» (2 «in carcere» e 4 agli «arresti domiciliari»), tra Veneto, Lombardia, Lazio e Campania. Agli arrestati è contestato, a vario titolo, il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti).
Una frode da oltre 21 milioni di euro
Le complesse indagini di polizia giudiziaria, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Sachar della Procura della Repubblica di Verona sono state condotte dalla Compagnia di Soave e hanno permesso la ricostruzione di una rilevantissima frode all’Iva (oltre 21 milioni di euro) che ha interessato il commercio di 80 milioni di litri di carburante (tra gasolio e benzina) per un valore pari a oltre 120 milioni di euro. Le attività investigative svolte, che hanno preso spunto dall’«analisi di rischio» del settore del commercio di carburanti nel veronese (aziende con rapido incremento volume d’affari, prezzi ribassati rispetto al mercato, anomale movimentazioni di denaro, etc.) hanno consentito di individuare una società di capitali veronese con sede ad Arcole che era stata posta al vertice di una filiera commerciale costituita da società “cartiere” appositamente interposte al fine di frodare l’Iva.
Prodotti petroliferi fatturati a società "cartiere"
I prodotti petroliferi immessi in commercio dal deposito fiscale anziché essere ceduti direttamente alla società di capitali veronese con sede ad Arcole venivano fatturati a delle società “cartiere” che attestavano falsamente di essere «esportatori abituali» e di poter quindi non applicare l’Iva sul prodotto petrolifero estratto dal deposito fiscale stesso. Successivamente il prodotto era ceduto dalle società “cartiere” alla società di Arcole che a sua volta lo vendeva a distributori stradali e ad altri rivenditori (ubicati principalmente in Verona, Vicenza, Padova, Brescia, Piacenza, Reggio Emilia, Trento e Ancona).
Il meccanismo fraudolento, anche noto come “frode carosello”, prevedeva che le società “cartiere” fossero amministrate da prestanomi nullatenenti e che la loro operatività si esaurisse nell’arco, al massimo, di un triennio per poi scomparire senza versare alcunché all’erario (le “società cartiere” hanno sede a Venezia, Verona, Asti, Roma, Napoli). Il sistema scoperto dai militari della Guardia di finanza ha permesso di ottenere dei prezzi di vendita ai distributori stradali significativamente più bassi (-15%) rispetto a quelli presenti sul mercato con una evidente distorsione della normale concorrenza che dovrebbe caratterizzarne il commercio.
L’ordinanza di custodia cautelare eseguita in data odierna è stata emessa tenuto conto, in particolare, delle operazioni più recenti poste in essere dagli indagati che hanno comportato un’evasione dell’Iva di oltre 4 milioni e 400 mila euro, prevedendo il sequestro di beni per un pari importo (denaro, conti correnti, quote societarie, beni mobili ed immobili, riconducibili agli indagati ed alla società coinvolta). Nel corso delle operazioni di arresto è stato possibile procedere al sequestro di due autovetture, un motociclo, un natante (5 metri), dello stabile ove ha sede la società di Arcole (valore oltre 140 mila euro) e liquidità per oltre 880 mila euro (oltre 30 mila in contanti e 850 mila su conti correnti). La ricerca di ulteriori beni al fine di raggiungere l’importo di cui è stato disposto il sequestro (4 milioni e 400 mila euro) è tuttora in corso.