Le indagini

Truffa Pnrr: la mente dell'organizzazione criminale era un'ucraina residente a Verona

La frode ai danni dell'UE è stata scoperta dalla Procura Europea e dalla guardia di finanza di Venezia: scoperte attività di riciclaggio di denaro sporco attraverso un sistema di società fittizie in diversi Paesi europei

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Ieri, 4 aprile 2024, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, insieme al Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, hanno arrestato 24 persone coinvolte in un'intricato sistema di frodi sui fondi del PNRR. Sono, inoltre, stati sequestrati beni per un valore totale di 600 milioni di euro. La mente dell'organizzazione criminale era una coppia: lui altoatesino, lei ucraina residente a Verona.

Truffa Pnrr: la mente dell'organizzazione criminale era un'ucraina residente a Verona

Intelligenza artificiale a servizio della truffa: è proprio utilizzando la tecnologia che falsificavano centinaia di pratiche per ricevere indebitamente fondi del Pnnr e incentivi pubblici, tipo il super bonus.

Al vertice dell'organizzazione ci sarebbe una coppia di “insospettabili”, lui altoatesino, lei ucraina residente a Verona. A scoprirli la Guardia di Finanza di Venezia insieme al Nucleo Speciale Spesa Pubblica di Roma, coordinate dalla Procura Europea che ha ottenuto 22 misure tutelari, di cui 8 in carcere, 14 ai domiciliari, due interdittive in Italia e in tre paesi europei.

200 i militari coinvolti, sequestrati 600 milioni di euro in 8 regioni. Un'indagine nata da un monitoraggio dei finanziamenti erogati con fondi Pnnr per sostenere le imprese italiane sui mercati esteri.

Le operazioni coinvolgono diversi Paesi europei grazie alla cooperazione giudiziaria di EPPO e al supporto delle forze di polizia slovacche, rumene e austriache. In Italia, oltre 150 finanzieri stanno eseguendo perquisizioni in varie regioni anche con l'assistenza di unità cinofile: oltre al Veneto, sono coinvolte Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia.

Le indagini

Durante le indagini, è emerso che il gruppo criminale, con la partecipazione di diversi prestanome e il supporto di quattro professionisti, ha inizialmente focalizzato le sue attività fraudolente su progetti finanziati con decine di milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Questi progetti erano mirati alla digitalizzazione, all'innovazione e alla competitività nel sistema produttivo e venivano finanziati tramite SIMEST, una società partecipata da CDP con l'obiettivo di sostenere le imprese italiane nell'espansione internazionale.

Inoltre, le indagini hanno rivelato che la stessa organizzazione, spesso utilizzando le stesse società, si dedicava anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio, come i bonus per le facciate degli edifici, e al supporto della capitalizzazione delle imprese, per un ammontare totale di circa 600 milioni di euro.

Le indagini hanno poi permesso di individuare attività di riciclaggio di denaro sporco attraverso un complesso sistema di società fittizie in diversi Paesi europei. L'uso di tecnologie avanzate ha reso più difficile la tracciabilità delle transazioni illecite.

Sequestrati appartamenti, ville, criptovalute, gioielli, oro e auto

Sono stati sequestrati appartamenti, ville, criptovalute, orologi di lusso, gioielli, oro e auto di lusso.

Anche un computer quantistico: uno strumento avanzato usato probabilmente per gli investimenti in criptovalute per gestire la falsificazione attraverso l'intelligenza artificiale. Questi beni, insieme ai crediti falsi, sono stati confiscati durante le operazioni di ieri.

I risultati dimostrano l'importanza del ruolo della Guardia di Finanza nell'identificare e contrastare illeciti finanziari, garantendo la corretta utilizzazione delle risorse finanziarie e il recupero delle risorse europee illecitamente ottenute.

È importante sottolineare che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che la presunzione di innocenza rimane fino a una sentenza irrevocabile di condanna.

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