Un villafranchese ha un osservatorio sul tetto di casa

Vi raccontiamo l'incredibile storia di Salvatore Da Campo

Un villafranchese ha un osservatorio sul tetto di casa
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Vi raccontiamo l'incredibile storia di Salvatore Da Campo

«Quando guardo il cielo ed i suoi oggetti è come se mi trovassi in un infinito giardino con tantissimi fiori e piante bellissime; amo osservarli e farmi un sacco di domande sulla loro origine e sul perchè appaiano in una determinata maniera». Questa è la risposta che ci ha dato Salvatore Da Campo, astrofilo villafranchese, quando gli abbiamo chiesto il motivo scatenante della sua incredibile passione per l’astronomia, che l’ha spinto ad installare, nel corso degli anni, un osservatorio astronomico in piena regola sul tetto della sua abitazione. L’abbiamo incontrato per farci spiegare cosa accade quando, una volta puntati gli strumenti verso il cielo, inizia la sua osservazione e per farci raccontare la sua personale storia di astrofilo.

«Tutto iniziò quando ero alle scuole medie ed il professore di educazione tecnica ci assegnò un progetto: io decisi che avrei costruito un telescopio», inizia Salvatore. «Ne costruii uno con l’aiuto del docente partendo da un tubo di plastica ed iniziai ad esplorare il cielo che, almeno nella nostra zona, aveva meno interferenze luminose di adesso e permetteva la vista di più oggetti», ci spiega. A diciannove anni, con i primi risparmi, riuscì a comprarsi un telescopio professionale e ad aumentare la qualità delle sue osservazioni, facendosi costruire in seguito, da un ottico specializzato, uno strumento più sofisticato che gli permise di approfondire la sua passione ed ottenere le prime grandi soddisfazioni. Ora Salvatore lavora con una strumentazion e all’avanguardia: un telescopio Newton 400 mm con una focale di 2 m, a cui sono abbinati altri sei dispositivi tra cui una Bakersmith 300 mm, che gli permettono di puntare, attraverso un computer con un software apposito collegato al telescopio, gli oggetti celesti ed effettuare le sue osservazioni.

Con l’aiuto della tecnologia è cambiato molto e l’astrofilo villafranchese è sempre rimasto al passo con i tempi: «A partire dagli anni ottanta l’elettronica ha cambiato il modo di osservare il cielo ed ora anche gli astrofili possono evitare di puntare manualmente il telescopio e di guardare direttamente nell’oculare: è il computer a fare questo lavoro» ci spiega. Attraverso l’uso di specifiche camere CCD è inoltre possibile fotografare quello che si osserva e Salvatore nel corso degli anni è riuscito a farlo moltissime volte: «Una volta ho osservato l’esplosione di una Supernova per quasi quindici giorni, prima che collassasse in gas, ho visto la caduta della cometa Shoemaker Levy su Giove, ho osservato le zone circostanti a buchi neri con il materiale che veniva risucchiato, ho visto comete che sarà possibile vedere di nuovo tra quasi un secolo» ci racconta entusiasta.

Appese nel suo studio ci sono molte fotografie di oggetti celesti da lui osservati e «catturati», e, mentre incuriositi ascoltiamo il suo racconto, Salvatore ci confida: «Mi piacerebbe molto, dopo tutti questi anni, scoprire una supernova; questo richiederebbe però un’osser vazione costante e meticolosa e delle condizioni atmosferiche continuamente favorevoli, cosa che nelle nostre zone è quasi impossibile». In conclusione gli lanciamo una provocazione, chiedendogli come, in un mondo sempre più affamato di risultati immediati e di facili conquiste, sia possibile per un giovane avvicinarsi all’osservazione del cielo, che richiede pazienza e impegno costanti e lui sorridendo ci risponde: «Questa è una passione che non ha mai fine, osservare l’universo è qualcosa di unico, più osservi e più sei invogliato a guardare un po’ più in là; anche solo con un binocolo e una mappa stellare il cielo può regalarci emozioni grandissime ed indescrivibili». Provare per credere.

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