Una strada contesa: «Danneggiato dal Comune»

L’agricoltore, 84 anni, aveva acquistato nel 2001 un terreno costeggiato dalla strada comunale «per Pizzoletta». Dove però i confinanti hanno piantato alcuni alberi di kiwi, ostruendo l’accesso al fondo. 

Una strada contesa: «Danneggiato dal Comune»
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L’agricoltore, 84 anni, aveva acquistato nel 2001 un terreno costeggiato dalla strada comunale «per Pizzoletta». Dove però i confinanti hanno piantato alcuni alberi di kiwi, ostruendo l’accesso al fondo. 

Un terreno agricolo «intercluso» (ovvero con una difficoltà di accesso) acquistato nel 2001 a un’asta fallimentare. Il nuovo proprietario che, da allora, non riesce appunto ad accedervi per coltivarlo, complice la presenza di alcuni alberi di kiwi piantati dai confinanti. Questo nonostante la strada per raggiungere il fondo, di cui nel frattempo il Comune ha dichiarato decaduta l’utilità pubblica, fosse proprio inizialmente comunale.

Queste le premesse dell’« odissea» (ora anche giudiziaria) che ormai da tempo vede sfortunato protagonista Lido Cordioli, 84 anni, agricoltore alle Volpare. Una vicenda, la sua, che tra risvolti pubblici e privati si trascina da quasi dieci anni. «Da quando nel 2008, dopo aver diviso la mia proprietà da quella degli eredi del precedente proprietario, denunciai al Comune che la strada comunale “per Pizzoletta” (quella che costeggia il fondo acquistato dall’uomo, ndr.) era stata occupata abusivamente ostruendo l’accesso al mio terreno», spiega Cordioli.

Di qui l’immediata richiesta di ripristino del sedime stradale «invaso» dai confinanti. Un ripristino che il Comune, nel marzo del 2009, sembrava intenzionato ad avviare, con l’interessato che si era reso disponibile a pagare di tasca sua le spese di riconfinazione dell’area in questione. «Ma l’Ente ha continuato a tollerare questa situazione di abusivismo, portando avanti la tesi dell’interclusione del fondo - prosegue l’agricoltore - Ignorando forse che tale difficoltà di accesso non era preliminare, ma conseguente all’occupazione abusiva». Uno spiraglio nel 2011, quando, su proposta dei confinanti, viene indicata a Cordioli un’altra soluzione: un accesso «secondario» e alternativo al fondo, diverso da quello della strada comunale contesa.

Proposta dapprima rifiutata dall’84enne, poi, nel 2013, accettata a malincuore. Peccato che, per via del troppo tempo trascorso (due anni), gli stessi confinanti avessero nel frattempo ritirato l’offerta di percorso alternativo. Un’ennesima beffa da cui sono poi scaturite le prime diffide nei confronti del Comune. Finché, nell’estate del 2015, l’Ente ha dato finalmente un riscontro. «Sì, giustificando la sua inerzia sulla vicenda con l’argomento della mancanza di interesse della collettività al ripristino della strada». Di più. L’Amministrazione comunale, a riprova della tesi dell’assenza di un’utilità pubblica, ha ora incluso l’immobile in questione tra i beni alienabili. In altre parole, ha messo in vendita la strada.

«L’i nteresse pubblico invece c’è eccome - lamenta Cordioli - Ed è quello di collegare altre due strade comunali (La «Levà» e «Volpara di sotto», ndr.) e non solo di condurre al fondo di mia proprietà». L’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo Cordioli a presentare un esposto in Procura e alla Corte dei Conti per accertare se la condotta del Comune sia stata legittima e a quali soggetti sia riconducibile il presunto danno erariale da lui patito.

«Chiedo solo che quell’accesso venga liberato una volta per tutte consentendomi di coltivare il mio terreno - conclude l’84enne - In tutti questi anni ho subito un danno economico e un’ingiustizia. Chi ha sbagliato deve pagare».

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